Votazione del 28 settembre 2014: il Consiglio federale raccomanda di respingere l’iniziativa popolare «Per una cassa malati pubblica»
In linea di massima il sistema attuale, caratterizzato dalla compresenza di 61 casse malati private, ha dato buona prova. La concorrenza cui sono soggetti gli assicuratori-malattie li incentiva a sviluppare modelli innovativi. Se si dovesse passare a un’unica cassa malati pubblica, gli assicurati perderebbero la possibilità di scegliere o cambiare liberamente la propria assicurazione malattie di base. Inoltre il cambiamento genererebbe costi difficilmente stimabili. Per eliminare alcune lacune del sistema attuale, il Consiglio federale e il Parlamento hanno già avviato delle riforme.
L’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, denominata anche assicurazione di base, è una pietra miliare del sistema sanitario svizzero, che funziona bene. Garantisce a tutti gli assicurati, indipendentemente dal reddito e dal patrimonio, l’accesso a cure mediche di ottima qualità. Le casse malati sono obbligate ad accettare tutte le persone residenti in Svizzera e a rimunerare a tutti gli assicurati le medesime prestazioni prescritte dalla legge, quali ad esempio terapie mediche, medicamenti e ricoveri ospedalieri.
L’assicurazione di base è proposta oggi da 61 casse malati organizzate secondo il diritto privato. Questo sistema di concorrenza incentiva le casse malati a sviluppare modelli innovativi e a esercitare un controllo oculato sui costi delle cure, in modo da offrire premi per quanto possibile bassi.
L’iniziativa «Per una cassa malati pubblica» chiede che la Confederazione crei un istituto di diritto pubblico per tutta la Svizzera, che eserciti l’assicurazione di base al posto delle casse malati private per tutti gli assicurati. Le agenzie cantonali o intercantonali provvederebbero alla determinazione e alla riscossione dei premi nelle regioni di competenza, nonché alla rimunerazione delle prestazioni. Gli assicurati non avrebbero più alcuna possibilità di scegliere o cambiare liberamente la cassa malati.
Un cambiamento di sistema comporterebbe incertezze e genererebbe costi
Attualmente, 95 franchi su 100 sono utilizzati dalle casse malati per rimunerare le prestazioni dell’assicurazione di base. 5 franchi servono per le spese amministrative, tra cui in particolare quelle per il personale, ma anche per la pubblicità e le provvigioni di mediazione. Il potenziale di risparmio sui costi amministrativi paventato dagli iniziativisti dovrebbe essere relativamente esiguo, visto che anche una cassa malati pubblica genererebbe la maggior parte di questi costi.
Per contro, il passaggio a una cassa malati pubblica implicherebbe incertezze e costi difficilmente stimabili: da un lato perché i patrimoni delle casse malati private dovrebbero essere trasferiti alla cassa malati pubblica, operazione che potrebbe implicare complesse procedure giuridiche. Dall’altro, per il fatto che gli assicuratori privati dovrebbero continuare ad esercitare la loro attività fino al momento in cui la cassa malati pubblica funzioni senza intoppi.
Secondo l’iniziativa, la Confederazione e i Cantoni, ma anche gli assicurati e i fornitori di prestazioni come medici e ospedali dovrebbero essere rappresentati nei gruppi direttivi della cassa malati pubblica e assicurarne insieme la gestione strategica. Tuttavia questi importanti attori della politica sanitaria difendono sovente interessi contrastanti, come ad esempio sul principio e sull’entità della rimunerazione di una prestazione medica da parte della cassa malati. Potrebbero scaturirne lunghe discussioni che graverebbero sul processo decisionale. L’iniziativa non si esprime sulle modalità per la gestione di questi conflitti di interessi.
Eliminare le lacune di un sistema che ha dato buona prova
Il Consiglio federale intende puntare su una concorrenza tra le casse malati che contribuisca soprattutto a promuovere la qualità delle offerte, i servizi agli assicurati e il controllo dei costi. Perciò, insieme al Parlamento, ha già adottato misure e avviato riforme per eliminare le lacune esistenti nell’assicurazione di base. È già stato deciso di limitare ulteriormente l’inauspicata selezione dei rischi, ossia l’incentivo alle casse malati per la «caccia» agli assicurati sani con un basso rischio di malattia, perfezionando la compensazione dei rischi. Il Parlamento sta ancora dibattendo sul rafforzamento della vigilanza sugli assicuratori-malattie nonché sulla chiara separazione tra l’assicurazione obbligatoria di base e l’assicurazione complementare, per evitare il trasferimento di dati sensibili sugli assicurati.
Fonte: DFI