Primo Papa argentino, primo gesuita, il primo a scegliere il nome di Francesco: la rivoluzione della Chiesa è in atto, una “Chiesa povera per i poveri” non è impossibile!
La maggior parte di noi è incollata allo schermo, una rete vale l’altra, il momento è uno di quelli imperdibili, storici, e ne parlano tutti. Sono circa le ore 19 di mercoledì 13 marzo e dopo neanche due giorni di Conclave i 115 Cardinali designati a decidere il nuovo Pontefice, hanno già scelto: fumata bianca!
Non deve essere stata una scelta così difficile se dopo solo 5 scrutini si è già deciso chi occuperà il Soglio Pontificio dopo che il Papa Emerito ha deciso di abdicare. Nel momento in cui il fumo bianco esce dal piccolo comignolo di San Pietro, la piazza antistante la Basilica urla di gioia: sono accorsi in migliaia in attesa dell’annuncio e la festa inizia da loro e coinvolge i cuori di tutti quelli che, anche se distanti, partecipano alla solennità del momento. Si alzano cori da stadio, si illuminano telefonini, tablet e portatili perché tutti vogliono essere tra i primi a comunicare l’evento a chi, distratto, ancora non lo sapesse o chi, sfortunato, in quel momento non si trovasse di fronte alla televisione o ha la radio spenta. La fumata è bianca e non c’è modo di confondersi: Habemus Papam. La gioia che sale in alto insieme ai cori, alle preghiere dei fedeli e insieme al fumo bianco cancella per un momento il senso di sconforto e di perplessità che aleggia in questi giorni nei confronti della Chiesa che negli ultimi tempi ha dato veramente pochi segnali positivi, ultimo fra tutti, forse il colpo meno atteso, ma anche il più forte, la rinuncia del Pontificato da parte di Benedetto XVI. Adesso questo Santo Fumo è in grado di infondere una gioia che cancella totalmente il senso di rabbia nei confronti di questo pastore che, all’improvviso, ha deciso di abbandonare il suo gregge e lascia spazio alla speranza di accogliere un pastore che riuscirà nell’impresa. Ma l’attesa si fa lunga. Nella mezz’ora di tempo trascorsa tra la fumata bianca e la presentazione del nuovo Pontefice passa una buona mezz’ora. Ci viene da pensare che il nuovo Papa non abbia retto all’emozione e sia stato sorpreso da un mancamento o peggio ancora sia scappato, negli ultimi tempi la fantasia supera la realtà e se Nanni Moretti con il suo film è riuscito a profetizzare le dimissioni di un Papa, allora tutto può succedere! Invece no e finalmente vediamo apparire dal balcone il famoso cardinale protodiacono, il francese Jean-Louis Pierre Tauran, è lui che comunicherà il verdetto! Papa Jorge Mario Bergoglio è stato annunciato così, sotto la benedizione di una poggia battente che da due giorni non ha dato tregua alla capitale italiana, come se dall’alto si volesse far sentire più forte la partecipazione al momento solenne. Non era stato, invece, un fulmine a colpire la cupola di San Pietro il giorno in cui Papa Ratzinger ha annunciato le sue dimissioni? Papa Francesco, è semplicemente questo il nome che l’argentino arcivescovo di Buenos Aires ha scelto. Si affaccia al balcone nelle sue vesti bianche e la prima cosa che si nota sono gli occhi lucidi che lasciano trasparire tutta l’emozione. Poi l’occhio scende all’altezza del petto e la seconda cosa che si nota è che sulle vesti bianche non spicca nessuna croce d’oro ma una croce sobria, modesta e semplice, come semplice è il suo saluto iniziale. “Fratelli e sorelle, buonasera”, dice Papa Francesco e già con questa piccola frase, le sue movenze, il tono delle sue parole, riesce a conquistare tutta la folla di San Pietro, tutti i fedeli in ascolto. Questo Papa piace e piace subito! In questi primi giorni di pontificato si è tanto parlato di lui non solo per il momento storico, ma anche perché attraverso i suoi gesti, le sue parole e i suoi modi di fare ha inconsapevolmente dato quelle certezze che tutti i fedeli si aspettavano in questo periodo. Ha detto frasi, ha espresso volontà, ha compiuto atti che noi tutti abbiamo sempre cercato nella Chiesa e tra i suoi rappresentanti. Papa Francesco risponde al desiderio di un rinnovo della Chiesa che ultimamente veniva sempre più anelato da tutti, fedeli e non. Quante volte ci siamo detti che la Chiesa è troppo ricca e ci siamo lamentati dello sfarzo mentre predica povertà. Ecco che arriva Papa Francesco che desidera una Chiesa povera, e lo afferma senza nasconderlo «Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!» dice sospirando, tanto che la scelta del nome di Francesco è stata ispirata dal santo dei poveri, San Francesco d’Assisi. “Molti si sono chiesti la storia del nome. Nell’elezione io avevo accanto a me l’arcivescovo di San Paolo, un grande amico. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa lui mi confortava e quando i voti sono saliti a due terzi ed è venuto l’applauso consueto, lui mi ha abbracciato e baciato. “Non dimenticarti dei poveri”. Quella parola è entrata qui nel mio cuore. “I poveri”, poi subito ho pensato a Francesco d’Assisi, ho pensato alle guerra mentre lo scrutinio proseguiva. Francesco è l’uomo della pace e così è venuto il nome nel mio cuore. Francesco d’Assisi, l’uomo della pace, della povertà, l’uomo che custodisce il creato. Vorrei una Chiesa povera e per i poveri”. Insomma, sembra essere il Papa che stavamo aspettando, quello che rifiuta croci d’oro e scarpe nuove, quello che si ricorda dei poveri, che appena eletto chiede umilmente ai fedeli di pregare per lui, che paga i conti degli alberghi, che non vuole nessuna macchina papale ma viaggia in gruppo sul bus degli arcivescovi e che non si presenta come Papa ma semplicemente come Vescovo di Roma. La Rivoluzione sembra essere cominciata!