Ecco come curare le amicizie e come capire quando falliscono
“Chi trova un amico trova un tesoro”, questo noto proverbio lo afferma chi nella vita ha trovato in un’altra persona quel che si dice un vero amico. Ci sono buoni motivi per cui le amicizie sono così desiderate “gli amici che durano tutta la vita non sanno solo che persona sei, ma anche chi sei stato”, spiega la psicologa e responsabile del The Friendship Blog Irene Levine sull’huffingtonpost e continua “avendo avuto un passato insieme è più facile comunicare, gli amici capiscono le tue origini e sono forse testimoni di conoscenze e eventi importanti della tua vita”.
Perché è più facile parlare di lunghe amicizie che di curarle effettivamente l’huffingtonpost ha chiesto dei consigli a esperti del campo, per un’amicizia duratura. Persone che hanno amici da tanto tempo sono “flessibili e sanno perdonare, realizzando che nessuna persona o relazione è perfetta”, spiega Levine sottolineando che gli amici ci permettono di crescere e di cambiare come lo fanno loro, capiscono inoltre che l’amicizia non è sempre nello stesso modo intensa e che questo non significa che è fallita. Il consiglio del sociologo Jan Yager quindi è quello “invece di aggrapparsi al passato e di paragonare ciò che si aveva a quello che si ha, festeggiate la vostra amicizia adesso così come siete, provando piacere anche a dividere il passato”. Un ulteriore consiglio è quello di divertirsi insieme, Yager infatti sostiene che “non basta guardare insieme fotografie vecchie, bisogna passare del tempo insieme nel presente e dividere anche chi siete adesso con nuove esperienze che si fanno insieme – Yager esorta – divertitevi, è vero che gli amici sono anche un sostegno emozionale, ma bisogna anche ridere e godersi la vita insieme”.
Le persone sono più propense a impegnarsi per una cosa che veramente vale la pena per questo “amicizie durature sono troppo rare e troppo preziose per mettergli fine senza una ragione buona”, spiega ancora Yager. Non avrebbe neanche un senso però tenersela stretta tanto per, senza essere realmente motivati. Può essere molto difficile lasciar andare una persona amata dopo tanto tempo ma è importante farlo se “un’amicizia sta costantemente fallendo, allora potrebbe essere l’ora di terminarla”, secondo Levine. Ma come riconoscere se un’amicizia è finita? “Temete di vedervi, ma vi sembra oneroso fissare degli appuntamenti e quando vi incontrate non c’è molto da raccontarsi”, spiega Levine. Altre indicazioni potrebbero essere che vi sentite più deboli dell’altro, che siete nervosi o che realizzate che l’amicizia è caratterizzata frequentemente da disprezzo e malintesi. La buona notizia però è che non sarebbe mai troppo tardi per fare nuove amicizie durature “con una durata media della vita di fino a 80..90..100 anni…avete così tanto tempo per trovare un amico duraturo anche se vi conoscete a 30, 40, 50 anni o dopo”, sostiene Yager. Nuove amicizie “richiedono un certo grado di rischio. Non è più così facile come per i bambini che al parco giochi chiedono ‘vuoi essere il mio amico?’. Cercate potenziali amici al lavoro o persone con gli stessi interessi, ma non aspettatevi troppo in poco tempo, un’amicizia ha bisogno di tempo per svilupparsi”, rammenta Levine.
Tanti amici? Cervello più grande!
Robin Dunbar, dell’Università di Oxford, in collaborazione con i colleghi delle università di Liverpool, di Manchester e di Edimburgo, ha pubblicato un articolo sui “Proceeding of the Royal Society B” nel quale si spiega come la dimensione della corteccia prefrontale sarebbe più grande in persone che hanno molti amici.
La correlazione è stata svelata sottoponendo a risonanza magnetica 40 volontari. Poi è stato chiesto loro di fare un elenco delle persone con le quali avevano avuto un contatto sociale nell’ultima settimana. E infine sono stati sottoposti a un test per determinare la loro competenza nel mind-reading. Si è così scoperto che gli individui che avevano svolto meglio i compiti di mind-reading avevano un numero maggiore di amici e anche una corteccia frontale più grande. Questa correlazione è molto importante e potrebbe aiutarci a spiegare l’evoluzione delle aree cerebrali in relazione alla socializzazione e il perché l’uomo ha sviluppato un cervello più grande degli altri primati.