La primavera è alle porte ma l’offerta di fragole è iniziata da parecchie settimane. Perché non aspettare maggio?
La polemica è nata sui social con l’immissione sui banchi della grande distribuzione svizzera di confezioni di fragole già scontate nel mese di febbraio. Un meccanismo di marketing che induceva all’acquisto, con la palese offerta di uno sconto, di un prodotto decisamente fuori stagione per incentivarne il mercato e, proporzionalmente, aumentarne la produzione in serre, solitamente spagnole, poco ecosostenibili per l’ambiente. Migros, invece, lancia una campagna per rafforzare il proprio impegno nella coltivazione di questi frutti e sostiene un progetto insieme a WWF Svizzera per una produzione sostenibile. Per questo, nella zona spagnola di Huelva, si sta cercando di migliorare i sistemi di irrigazione e depurazione delle acque insieme alla riduzione dell’impiego di fitosanitari e anche al sostegno di condizioni lavorative conformi alle leggi. La regione, in allarme ambientale, vive sull’industria della fragola dove centinaia di serre producono migliaia di prodotti per il mercato europeo esportati anche nei mesi non convenzionali per l’abituale consumo (300 mila tonnellate all’anno che valgono 4 miliardi di euro). Dal sito di WWF Svizzera si dichiara che le prime fragole coltivate (da 44 produttori) con i nuovi parametri sono vendute da Migros e contrassegnate dall’M-Check per garantire un consumo certificato.
Se dobbiamo dire la verità, le fragole in inverno non sono una novità; commercialmente sono vendute da anni insieme a mirtilli e lamponi ma in modiche quantità e dagli acquirenti venivano spesso snobbate perché abbastanza insapori. Belle, sane, di grossa caratura e di un bel rosso vivo. Ma l’assaggio era deludente. Ora, invece troviamo nelle confezioni di plastica trasparente anche il profumo e il sapore: cosa è cambiato? La genetica fondamentalmente. In Spagna, paese di maggior produzione di fragole, alcune aziende agricole hanno sposato un programma di miglioramento genetico per migliorare i parametri della forma, del colore, dell’aroma per soddisfare la richiesta del consumatore. Secondo il sito spagnolo Efeagro, si cerca di ottenere nuove varietà che vedano di unire la richiesta del mercato con quella di produzione; nello specifico, nel cercare di produrre prodotti qualitativamente di alto livello traendone una buona produttività e rendita ma non menzionandone la sostenibilità ambientale. L’innovazione agronomica è all’ordine del giorno per un mercato in continua evoluzione che non distingue più i prodotti stagionali ma tende a creare frutta e verdura disponibili sui mercati precocemente e che spesso tendono anche a conservarsi di più nel frigorifero di casa. Le nuove varietà superano i limiti produttivi e le aziende agricole cercano di affermarsi e conquistare il mercato coltivando piante sempre piu’ resistenti con una piena produzione già a metà gennaio ma, come già esposto, poco attente all’ambiente e all’inquinamento. Certificare a monitorare queste coltivazioni è spesso basilare sia per preservare le risorse idriche che per ottimizzare la produzione.
Per chi, invece, preferisce cibarsi dei prodotti secondo la crescita stagionale, l’unica soluzione è aspettare maggio per recarsi nei tanti campi svizzeri in cui si possono raccogliere i frutti rossi. Magari più piccoli, meno appariscenti ma sicuramente più ecosostenibili.