Per la popolazione Svizzera non esisterebbe nessun pericolo dovuto alla nube radioattiva di Fukushima. Nei giorni scorsi, infatti, il passaggio della nube è stato monitorato e dagli esami non risulta alcun aumento di radiattività nell’atmosfera. Aumentano i controlli anche nell’ambito dei generi alimentari importati dal Giappone.
L’allarme pare, quindi, che sia stato superato. Nei giorni scorsi si era diffusa la preoccupante voce che sosteneva che la Svizzera avrebbe potuto essere raggiunta da una nube radioattiva proveniente dal Giappone. Il disastroso evento, però, è stato subito ridimensionato dai meteorologi secondo i quali le particelle radioattive sarebbero così poche che non ci sarebbe alcun rischio per la popolazione. Solitamente il servizio meteorologico analizza i dati raccolti nell’atmosfera dalle oltre 100 stazioni di rilevamento sparse in tutto il Paese, in particolare nei pressi delle centrali nucleari. Quando vengono rilevati valori che raggiungono un microsievert all’ora, viene automaticamente allertato il Centro nazionale d’allarme (CENAL). Secondo Christian Fuchs, responsabile dell’informazione presso il CENAL, vista la grande distanza che separa la Svizzera dal Giappone, le particelle radioattive si disperdono prima ancora di arrivare per cui non rappresentano alcun pericolo. Per questo motivo, è stato ritenuto non necessario ricorrere a particolari misure di protezione. Ovviamente oltre al contagio per vie aeree, si teme anche la contaminazione attraverso i generi alimentari. Per questo motivo, come si legge da una nota agenzia, la Svizzera rafforza le misure per impedire l’importazione di cibo contaminato – destinato sia a uomini che ad animali – dal Giappone. Oltre ad aver già adottato provvedimenti in materia mediante un rafforzamento dei controlli alle frontiere, la Confederazione pretenderà in futuro da Tokyo certificati di accompagnamento che provino la bontà dei prodotti, in particolare l’assenza di radioattività nelle merci. Le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore nei prossimi giorni.?Generi alimentari potranno essere immessi sul mercato elvetico dopo aver subito controlli in Giappone che attestino l’assenza di radioattività e se sono muniti di certificato, ha detto Sabina Helfer, portavoce dell’Ufficio federale della sanità (UFS), confermando una notizia del domenicale “Sonntag”. L’UFS sta al momento preparando le necessarie ordinanze in materia, ha aggiunto. Le nuove disposizioni dovrebbero entrare in vigore nei prossimi giorni. Agendo in questo modo, Berna si adatta ai provvedimenti già adottati dall’Ue, coi quali si invitano le autorità nipponiche a controllare la merce proveniente da 12 regioni toccate dal problema della radioattività. Le misure europee sono in vigore da ieri. Alcuni paesi hanno addirittura deciso un divieto di importazione. “Una misura simile da noi non è ancora all’ordine del giorno”, ha detto la portavoce. A suo parere, nella situazione attuale non è probabile l’importazione in Svizzera di generi alimentari contaminati. Dal giorno del disastro che ha letteralmente messo in ginocchio il Giappone, il problema del nucleare è riemerso violentemente in Svizzera proprio perché la Confederazione ospita 5 sedi nucleari. Per rassicurare la popolazione, il Governo ha subito messo in chiaro il fatto che in Svizzera vengono fatti controlli regolari: cinque stazioni al suolo – in Ticino, a Ginevra, a Friburgo, ad Aarau e sul Lago di Costanza – misurano lungo tutto l’arco dell’anno la radioattività. Le forze aeree dell’esercito, con velivoli muniti di filtri, partecipano alla raccolta dei dati sei volte all’anno o nel corso di eventi speciali.
Infine, lo scorso fine settimana sono rientrati i cittadini svizzeri che risiedevano in Giappone. Berna si assumerà il compito di coprire tutte le spese di viaggio del loro rientro avvenuto con voli Swiss su cui erano stati riservati dal DFAE tutti i posti disponibili di venerdì, sabato e domenica scorsi.
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