Un disertore ex agente segreto sta rivelando che le ambasciate della Corea del Nord nel mondo sono luoghi di smercio delle droghe
Come si ricorderà, la Corea del Nord aveva presentato un ultimatum a Usa e Corea del Sud, minacciando fuochi e fiamme e anche qualche missile nucleare, sia verso il Sud che verso il territorio degli Stati Uniti. Quelle minacce si sono rivelate un bluff ma sono state reiterate recentissimamente, con qualche possibilità che siano seguite dai fatti. Gli Usa e la Corea del Sud continuano a svolgere le loro esercitazioni militari congiunte, che avvengono ogni anno nella zona e, finora, non ci sono state iniziative belliche da parte di Pyongyang, ma in caso di attacco gli Usa risponderebbero immediatamente. Infatti, hanno spostato dal Missouri in Corea del Sud un paio di bombardieri B-2 Stealth, invisibili ai radar e capaci di distruggere, anche con testate nucleari, mezzo Nord.
Ma non è degli effetti delle sanzioni Onu che vogliamo parlare, né dell’isolamento in cui si trova ormai, abbandonato anche dalla Cina, il regime di Kim Jong-un, poco più che ventenne, succeduto a suo padre Kim Jong-Il un paio di anni fa. Vogliamo parlare, invece, di una notizia che sta facendo il giro del mondo ed è che il regime di Pyongyang sta giocando brutto con il fuoco, un fuoco che prima o poi brucerà, trascinando nella rovina parecchie persone.
In pratica, le ambasciate della Corea del Nord in giro per il mondo – ma per ora la notizia riguarda un’ambasciata in un Paese dell’Est in Europa – sono un “narcohub”, cioè piazze di smercio di sostanze stupefacenti. Quello che è peggio è che i pusher sono gli stessi ambasciatori, all’ombra della loro immunità diplomatica. Lo spaccio di droga sintetica, prodotta in grandi quantità in Corea del Nord, servirebbe a finanziare la propaganda del regime. Imminenti (15 aprile) sono i festeggiamenti del centounesimo anniversario della nascita del padre della nazione, Kim Il-sung, nonno del giovane Kim Jong-un. Evidentemente, però, la propaganda del regime non è un fatto sporadico, avviene sempre, dunque c’è bisogno di un sacco di soldi e siccome la Corea del Nord spende tanto solo per gli armamenti e non per il benessere dei cittadini, essendo questi ridotti alla fame, il modo migliore individuato dal regime è stato quello di smerciare droga.
La notizia non è il frutto della propaganda della Corea del Sud, ma di uno 007 disertore presso un Paese occidentale, il quale starebbe raccontando tutte queste cose. In realtà, i disertori non sono pochi, tra gli stessi ambasciatori ve ne sono che non ce la fanno più non solo a vendere droga, ma soprattutto a soddisfare le continue richieste di danaro provenienti dai dignitari del regime. Che sarebbe una grande banda di criminali, allo stesso livello della potente mafia centro e sudamericana.
Il caso dell’ambasciata in un Paese dell’Est Europa, come abbiamo detto, non è isolato, ma è l’ultimo di tutta una serie, a tal punto che si può parlare di una vera e propria rete di smercio. Da quello che si capisce il personale diplomatico svolge le sue funzioni e poi si dedica allo smercio della droga, smercio che rappresenta anche la fonte del loro sostentamento. A Pyongyang i flussi di danaro provenienti dallo smercio della droga sono gestiti da “Room 39”, l’agenzia segreta che gestiva già il portafogli privato del padre dell’attuale dittatore.
Ad ogni diplomatico arruolato nello smercio della droga è stato chiesto 300 mila dollari entro la scadenza del 15 aprile.
Si stima che la produzione di droga in Corea del Nord si aggiri sui tre mila chilogrammi, tra i 100 e i 200 milioni di dollari. Si tratta di una produzione di alta qualità e, naturalmente, tenuta bene nascosta. Le sostanze stupefacenti vengono prodotte nei laboratori di Chongjin e Heungnam. Questo genere di droghe, in particolare il “Crystal Meth”, oltre che molto richiesto nel mondo, è consumato anche in patria, solo che i nordcoreani lo usano al posto dei medicinali, che scarseggiano.
La fonte, dicevamo, sta raccontando tutto, protetta dai servizi segreti di un Paese occidentale. Le notizie sono diverse e dettagliate, oltre che aggiornate. Si tratta, evidentemente, di un disertore di data recente. Le droghe partono dalla Corea del Nord e arriva in Occidente tramite navi e camion, principalmente via Cina, che evidentemente chiude tutti e due gli occhi.
Se, come pare accertato, le notizie sono vere, significa che una rete del genere non potrà essere ancora operare indisturbata per molto tempo. Prima o poi verrà smantellata dai Paesi che ospitano lo smercio. O almeno lo si spera.