Restrizioni e più controlli a vendita nelle fiere
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, starebbe pensando di firmare un ordine esecutivo per intensificare i controlli sulla vendita delle armi negli Stati Uniti. Una mossa estrema dopo il persistente immobilismo del Congresso a maggioranza repubblicana, che non ha alcuna intenzione di intervenire sulla questione. L’ennesimo dibattito sulle armi si è aperto dopo la strage di San Bernardino, California, di mercoledì 2 dicembre: sono state uccise 14 persone e ne sono rimaste ferite 23.
Obama avrebbe chiesto ai suoi consiglieri di verificare la proposta e di rimandargliela per una revisione finale, sostiene la Casa Bianca. Commentando la notizia il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto che l’idea è in fase di valutazione da qualche mese e che i fatti avvenuti nelle ultime settimane hanno accelerato il processo. Inoltre l’amministrazione starebbe anche valutando la possibilità di porre controlli più stringenti alle fiere delle armi, nelle quali spesso è possibile acquistare pistole e fucili con grande facilità. I democratici al Congresso, nel frattempo, si stanno battendo per fermare gli sforzi della lobby delle armi che vuole far togliere i finanziamenti statali alle ricerche sulla violenza delle armi.
La notizia arriva dopo che il governatore del Connecticut, Dannel P. Malloy, ha annunciato che firmerà un ordine esecutivo che vieterà la vendita di armi alle persone che si trovano sulla “no fly list”, la lista di sospetti terroristi compilata dagli Stati Uniti. Si tratta del primo Stato della nazione a prendere una misura di questo genere. Anche Obama nel suo discorso alla nazione della settimana scorsa aveva sottolineato l’assurdità di questa mossa e aveva chiesto al Congresso di agire.
Il parere dei repubblicani
Non c’è bisogno di nuove misure per il controllo delle armi negli Stati Uniti. I repubblicani in Congresso a inizio dicembre sono stati molto chiari: non agiranno per arginare il fenomeno delle sparatorie di massa, dopo l’ennesima strage, quella di San Bernardino. Il problema, per loro, non sono certo le armi, ma la salute mentale delle persone. “Le persone con problemi mentali prendono le armi e commettono queste sparatorie di massa” ha detto lo speaker della Camera, Paul Ryan, in un’intervista alla Cbs, ripetendo in pratica quanto già detto prima, dopo la sparatoria in una clinica del Colorado.
Il deputato repubblicano del Wisconsin ha detto che il Congresso sta lavorando a una legge che riesca a impedire alle persone con problemi mentali di comprare armi, ma ha sottolineato che vietarne l’acquisto a persone che sono sulla ‘no-fly list’ – per possibili legami con il terrorismo – come suggerito dal presidente Barack Obama, non è un’opzione. Per Ryan, il governo inserisce le persone in questa lista senza un procedimento legale e negare loro di possedere armi significherebbe violare i loro diritti. Il senatore repubblicano Mike Rounds ha ribadito che “ci focalizziamo sulle armi quando probabilmente dovremmo focalizzarci sulla persona che le usa”.
I VIP contro le armi
Da Jennifer Aniston a Kevin Bacon, da Julianne Moore a Spike Lee fino a Barack Obama. Sono solo alcuni dei vip che hanno prestato la loro voce alla campagna per il controllo delle armi lanciata dall’associazione ‘Everytown for Gun Safety’, “We can end gun violence”.
Nel video le star si alternano alle madri di alcune vittime per lanciare uno slogan semplice ma potente, “Possiamo farla finita con la violenza delle armi”. Al grido della comunità, che dopo la strage di San Bernardino assume ancor più rilevanza, si è unito anche il Presidente degli Stati Uniti Obama, che non pronuncia lo slogan ma interviene dicendo “Se siamo uniti, possiamo fare qualunque cosa”.
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