“Il nostro obiettivo è la pace e il ritorno alla vita normale nel nostro Paese il prima possibile”, afferma Zelensky ponendo nuove speranze nel prossimo incontro per i negoziati, che si terranno a Istanbul, in Turchia, fino al 30 marzo.
La vogliono molti, la cercano in tanti, ma davvero tutti operano per la pace?
A chiederla a gran voce è sicuramente il popolo ucraino che dall’oggi al domani si è trovato coinvolto in una guerra terrificante, hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni, alcuni pensando che non vi sarebbero più tornati. Molti dei soldati pensano di combattere per la pace, tralasciando quanto sia in contraddizione l’atto di cercare la pace attraverso la guerra. Anche i bambini, non solo quelli che hanno subito le brutture della guerra sulla propria pelle, ma i cosiddetti più “fortunati”, quelli che si ritrovano oggi al riparo, lontano dalla guerra e da casa, probabilmente anche dalla famiglia. Loro non sapevano cosa fosse la pace voluta dai “grandi”, i bambini chiedono che tutto torni come “era prima”. Per loro “prima” fare la pace significava al massimo stringere la mano al bimbo a cui avevano fatto fallo giocando al pallore per riprendere subito la partita; significava che mamma e papà tornavano a riabbracciarli dopo averli rimproverati duramente per una marachella o tornare a ridere con la sorellina o il fratellino che gli ha fatto un dispetto. Per questo chiedono non la pace ma che tutto torni come prima, e forse hanno anche ragione loro, perché anche se dovesse tornare la pace, a questo punto, non sarà mai tutto come “era prima”.
La pace è chiesta, implorata, anche da Papa Francesco, che consacra Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria, Regina della Pace.
I Paesi occidentali chiedono ad unisono la pace, mentre armano e supportano militarmente l’Ucraina. E che dire del Presidente americano, Joe Biden, che mentre chiede fortemente la fine della guerra e il ripristino della giusta pace, ha via via alzato i toni e inasprito i termini rivolti al Presidente russo definendolo “macellaio”, “criminale” che “non può più governare”? Parole dure, offensive che non dovrebbero appartenere a chi dice di voler mediare per la pace.
L’obiettivo di Putin non annovera la pace, Putin punta e tira dritto verso precisi scopi: “smilitarizzare e denazificare l’Ucraina” a detta di Mosca. In che termini, dunque, si può parlare di pace con chi non la contempla?
A questo punto non ci resta che attendere i prossimi negoziati, nel frattempo c’è chi a parole cerca la pace, c’è chi usa le parole sbagliate; poi c’è chi non ha parole e chi spera, chi muore e tace.
Redazione La Pagina