Il presidente del centro studi di Confedilizia: “Un disegno per favorire i prodotti finanziari”
Corrado Sforza Fogliani, Presidente del Centro Studi della Confedilizia e presidente esecutivo della Banca di Piacenza, ci spiega da dove derivano le richieste per tassare la casa. “Anni fa – ci spiega – è stato posto in essere un tentativo, in parte riuscito, di spostare il risparmio dal mattone a prodotti finanziari. Una battaglia mai finita visto che il governo sembra intenzionato a prendere di mira i valori catastali. È cosa giusta adeguare il valore degli immobili a quello di mercato, anche perché in questi anni è diminuito”.
FMI e OCSE ci chiedono di tassare gli immobili, ignorando che già esiste una patrimoniale del valore di 21 miliardi già in vigore. Scommetiamo che puntualmente arriveranno le raccomandazioni della Commissione europea, con la richiesta di inasprire le tasse sugli immobili?
È il disegno della finanza internazionale, dirottare il risparmio sui prodotti finanziari penalizzando gli immobili. Molti pensano che FMI e OCSE siano istituti di studio, ma in realtà sono organizzazioni partecipate dalle banche d’affari e dicono quello che fa comodo alle banche d’affari. L’investimento immobiliare è da sempre il sogno degli italiani che gli hanno destinato una parte rilevante dei loro risparmi. Investivano in locazioni per integrare la pensione. Prima c’era più investimento immobiliare e meno finanziario, oggi le proporzioni si sono rovesciate.
Da sempre Confedilizia ha fatto pressioni sul governo per l’abbassamento del peso fiscale sugli immobili. La risposta del governo è stata sufficiente?
La cedolare secca, giusta in linea di massima, ma ridicola dal punto di vista della tempistica, solo per i contratti dell’anno 2019. Altrettanto ridicola l’idea di prorogarla di anno in anno, un modo per avere, ogni anno, l’omaggio degli elettori, del resto come avviene per il bonus delle ristrutturazioni.
In materia di politica fiscale ci sono vari riferimenti al catasto, cosa dobbiamo aspettarci?
Innanzitutto occorre precisare, che quando si tassano le rendite catastali, non si tassa una rendita, come succedeva nello stato unitario. Si paga sulla base di un moltiplicatore del valore degli immobili.Per questo è da considerarsi una patrimoniale, oltre che per la sua grossa entità. I valori degli immobili degli anni novanta ad oggi sono calati dal 40 al 60 % quindi bisogna stare ben attenti ad aggiornare questi valori.
I Comuni possono aumentare le aliquote?
Un vero capolavoro, è stato eliminato il blocco delle addizionali evitando di rinnovarlo. Non c’era traccia nella legge di bilancio. Confedilizia ha lanciato l’allarme e i Comuni stanno aumentando secondo il principio enunciato da Luigi Einaudi alla Costituente: se si da agli enti locali la possibilità di fissare un’aliquota entro una forchetta, sceglieranno sempre la massima.
Il governo annuncia che seguirà le indicazioni degli organismi internazionali e renderà disponibile un “sistema informativo” sugli immobili che comprenderà anche le quotazioni dell’Agenzia delle Entrate…
Trattasi di espressioni subdole per dire che vogliono rivedere gli estimi. Se voglionio rivedere i valori facciano pure, basta che accettino i valori reali. Ma se la revisione la fa l’Agenzia delle Entrate enza alcun controllo rischiamo il bis di 5 anni fa, quando perfino il ministero dell’Economia si rifiuto’ di accettare la revisione proposta dall’Agenzia delle Entrate. Sembra di vedere l’intenzione di aumentare i valori immobiliari.