“Le previsioni Ocse sulla crescita italiana sono tra le più pessimiste tra quelle sinora uscite: sottostimano completamente l’effetto positivo sul Pil delle misure espansive che abbiamo introdotto con la Legge di Bilancio”. Ad annunciarlo è su Facebook il premier Giuseppe Conte, commentando i dati contenuti nel rapporto sull’Italia pubblicato dall’Organizzazione parigina promettendo di ribadire un forte dissenso sui risultati e che “i fondamentali dell’economia italiana restano solidi pur nel quadro di un generale rallentamento internazionale”. Nell’incontro con il segretario generale dell’Ocse Gurría promette anche di illustrare la “nuova fase della nostra politica economico-sociale, incentrata su un piano di investimenti e di riforme strutturali senza precedenti”, conclude Conte.
Il rapporto annuale dell’Ocse, infatti, dipinge un quadro allarmistico della situazione italiana concentrandosi proprio sul Reddito di cittadinanza e Quota 100, ovvero i due maggiori provvedimenti del governo giallo-verde. Secondo il rapporto Ocse “l’abbassamento dell’età pensionabile a 62 anni con almeno 38 anni di contributi rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo” aumenterà “la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”. Per questo motivo l’Ocse invita ad “abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato introdotte nel 2019 e mantenere il nesso tra l’età pensionabile e la speranza di vita”.
Anche il Reddito di cittadinanza non gode di buona fama per il rapporto Ocse, che, secondo quanto riporta il rapporto, rischia “di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà”. Il governo dovrebbe “attuare un programma pluriennale per rinnovare i centri per l’impiego basato sull’applicazione di standard di servizio essenziali e investimenti più cospicui in sistemi informatici, strumenti di profilazione e risorse umane”, suggerisce l’Ocse a proposito del Reddito di cittadinanza, invitando l’Italia a “garantire la capacità di amministrare il reddito di cittadinanza sfruttando e rafforzando, ove necessario, i servizi di assistenza sociale dei comuni e creando una stretta collaborazione tra questi ultimi e centri per l’impiego”. A difesa di Quota 100, Matteo Salvini afferma che “darà un lavoro sicuro a più di 100.000 giovani italiani e ne sono orgoglioso. Questo significa costruire il futuro, questa sarà vera crescita sociale ed economica”. Anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si è espresso su Quota 100, per il quale “serve ad affrontare un problema di transizione” collegato alla riforma delle pensioni “di alcuni anni fa fatta per dare stabilità e sostenibilità al sistema pensionistico”. Mentre il Reddito di cittadinanza “è concepito con il duplice intento di consentire” a chi è “a rischio emarginazione di entrare nel mercato lavoro e, come conseguenza, di aumentare la propensione al consumo e irrobustire la domanda interna”. Inoltre, “Il meccanismo di condizionalità” legato al “coinvolgimento attivo in percorsi lavorativi consente di evitare eventuali abusi”, il sussidio “rappresenta una attivazione di forza lavoro potenziale e non solo uno strumento assistenziale”. Anche Luigi Di Maio ha risposto ai duri giudizi del rapporto affermando di non gradire le intromissioni. “Sappiamo quello che stiamo facendo! – afferma il leader grillino annunciando che i prossimi passi del governo saranno – un abbassamento del carico fiscale alle imprese e un grande aiuto alle famiglie”.
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