Secondo un rapporto dell’ONU gruppi armati sfrutterebbero e abuserebbero sistematicamente i bambini in Iraq, inoltre i video sarebbero usati come pubblica propaganda
Soprattutto le tecniche dell’autoproclamato Stato Islamico sono state denunciate da un rapporto del Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia. Bambini formati per diventare combattenti, utilizzati come scudi umani o per attentati suicidi. Uno dei 18 esperti della Convenzione che controllano l’adempimento della Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia, Renate Winter: “Abbiamo i dati sullo sfruttamento di bambini, anche di bambini con problemi mentali, per attacchi kamikaze” spiega. “Con ogni probabilità persone che non comprendono nemmeno cosa gli succede o che cosa li aspetta”.
Ragazzi iracheni di età inferiore ai 18 anni vengono addestrati a combattere e sono sempre più utilizzati dagli jihadisti come kamikaze o scudi umani per proteggere le strutture dei terroristi contro gli attacchi aerei americani. Ci sarebbero video che documentano persino l’uso come kamikaze di bambini con problemi mentali. Vittime soprattutto tra yazidi e cristiani – “La portata del problema è enorme”, ha detto a Reuters Renate Winter. “Siamo profondamente preoccupati per la tortura e l’uccisione di quei bambini, in particolare quelli appartenenti a minoranze, ma non solo”, ha aggiunto. Le vittime sono per lo più bambini yazidi o cristiani, ma anche sciiti e sunniti. I militanti dell’Isis, riferisce poi l’Onu, hanno organizzato proiezioni pubbliche nelle piazze delle città sotto il loro controllo delle immagini del pilota giordano bruciato vivo all’interno di una gabbia. A Raqqa, città siriana eletta “capitale” del Califfato, tra gli spettatori c’era un bambino di non più di otto anni che sorridendo ha affermato: “Anche io voglio catturare e bruciare dei piloti”.
La crudele uccisione sommaria del pilota giordano Muath al-Kasasbeh, bruciato vivo in una gabbia dal gruppo armato Stato islamico, è per Amnesty International un crimine di guerra e un’efferata azione contro i principi più elementari di umanità. Muath al-Kasasbeh, pilota d’aviazione, era stato catturato nel dicembre 2014 quando il suo aereo si era schiantato al suolo nei pressi di Raqqa, in Siria, nel corso di un’operazione militare contro lo Stato islamico. Secondo Askanews, in quello che è apparso in tutta evidenza un atto di vendetta, il 4 febbraio le autorità giordane hanno messo a morte due cittadini iracheni legati ad al-Qaeda, Sajida al-Rishawi e Ziad al-Karbouli. L’utilizzo del video dell’esecuzione del pilota giordano come mezzo di pubblica propaganda è confermato sia da Site Intelligence Group, organismo che studia e tiene monitorato il fenomeno dello jihadismo internazionale, che dagli attivisti di “Raqqa is Being Slaughtered Silently”, un gruppo underground di resistenza all’Isis basato nella città siriana. I militanti dell’Isis controllano grandi territori in Iraq e in Siria, il Comitato dell’ONU si è rivolto direttamente al governo iracheno chiedendogli di garantire, almeno nelle zone in cui ha influenza, la sicurezza dei bambini. Gli esperti inoltre hanno accusato Bagdad di usare i bambini per la sorveglianza dei checkpoint del militare. L’ONU ha inoltre condannato il fatto che minorenni, sospettati terroristi, sarebbero tenuti in condizioni terribili e il matrimonio forzato di bambine.
Territorio quanto quasi l’intera Italia
Secondo quanto riportato da Askanews l’Isis occupa già un’area grande quanto quasi l’intera l’Italia ad eccezione delle isole. Uno ‘Stato’ con un territorio di circa 270mila chilometri quadrati e una popolazione di quasi 11 milioni di abitanti.
Lo Stato islamico di Iraq e Levante si estende da est di Aleppo in Siria fino a Fallujah, a 60 chilometri a est della capitale irachena Baghdad. Un territorio con una continuità geografica, anche se dai confini variabili, con circa 270mila chilometri quadrati: 100mila in Siria e 170mila in Iraq. Insomma, quasi la metà dell’intera superficie della Siria e oltre il 40% di quella irachena.