Qual è il ruolo del padre? La domanda può sembrare banale e invece non lo è affatto. Sull’argomento sono stati scritti libri, realizzati film e documentari, si è discusso e si continua a discutere molto per il fatto che si tratta di un ruolo in continua evoluzione. Soprattutto negli ultimi trent’anni, il “classico ruolo” del padre è decisamente cambiato. Mentre ancora trent’anni fa la famiglia comune comprendeva la madre il cui compito era esclusivamente quello di badare alla casa e di curare i figli, e il padre al quale spettava principalmente il sostegno economico per il benessere della famiglia, oggi non è più così, ma, come possiamo vedere, la situazione oggi è totalmente diversa. Spesso per motivi economici lavorano entrambi i genitori, sono tante le madri che a parte il lavoro in casa, hanno anche un impiego e, di contro, sono tanti i padri che si occupano più costantemente dei figli e dei lavori in casa. La donna non è più disponibile, come un tempo, a sacrificare la propria carriera lavorativa e l’uomo non è più il solo a mantenere economicamente la famiglia. Abbiamo quindi un padre più attento e vicino affettivamente alla donna ed al figlio, già dalle prime fasi della gravidanza e più propenso ad una flessibilità dei ruoli tra padre e madre. Quello che però negli anni non sembra essere mutato è quel forte sentimento di responsabilità di un padre verso la famiglia: il padre di famiglia sente forte il peso del benessere e della serenità della propria famiglia.
In tempi come questi, dove è in continuo aumento la crisi e la disoccupazione in tutta l’Europa, ci troviamo di fronte ad una nuova realtà, una realtà preoccupante, dove tanti padri di famiglia perdono il lavoro e si trovano ad affrontare problemi economici di una certa gravità, tanti non riescono a trovare una nuova occupazione e i debiti aumentano.
Questi padri, spesso, accusano se stessi, si sentono incapaci di sostentare la propria famiglia e in loro matura sempre di più quel senso di impotenza, di vergogna e di umiliazione che diventa difficile sopportare. Tanti di questi padri cadono in depressione e molti di loro pensano addirittura al suicidio, alcuni arrivano a compiere il gesto estremo: è la cronaca di tutti i giorni a rivelarlo. Secondo i dati dell’Istat, infatti, sono in aumento i suicidi in Italia e in tutta l’Europa e le categorie più coinvolte sono proprio gli uomini che hanno perso il posto di lavoro, gli imprenditori “strozzati” dal fisco, gli operai disoccupati, la maggior parte dei quali sono padri di famiglia che scelgono, come soluzione estrema, di togliersi la vita. In Bulgaria, uno dei Paesi più poveri dell’UE, in solo un mese si sono suicidati quattro uomini per l’esasperazione della crisi economica, e anche in Italia non mancano queste notizie. Ma perché la scelta di una fine così estrema?
Forse, per gridare al mondo la disperazione a nome di tutti gli uomini, padri che giornalmente lottano per le loro famiglie? Forse per la speranza che il mondo senta questo grido di aiuto per far riflettere su un sistema, ovviamente sbagliato, che distrugge famiglie e causa solo dolore e disperazione? Su questo si è espresso l’assessore al lavoro della regione Piemonte dopo un caso accaduto nella regione di un padre che si è suicidato per motivi economici: “accadimenti come questo devono far riflettere i nostri rappresentanti nazionali ed europei: non c’è più tempo da perdere, dobbiamo ridare non solo un futuro, ma anche un presente ai nostri cittadini. Il suicidio è il gesto estremo di persone che sono espulse da una società che non è più in grado di offrire risposte e sicurezze. La politica ha il dovere di riempire questo vuoto con la forza e il coraggio delle idee e delle azioni”.
1 commento
Da parte mia era così mi facevo in quattro per i miei famigliari e ora che sono disoccupato non ho più niente e mi fanno accusare di cose ignobili da chi voglo bene il governo perche pemette questo e non fa nulla la giustizia dov’ è