Una statistica dell’associazione degli avvocati matrimonialisti
Già in tempi normali per una categoria di persone che in genere lavora e percepisce uno stipendio dignitoso le difficoltà sono notevoli, in tempi di crisi diventano francamente insostenibili. Parliamo dei “padri separati o divorziati” che, secondo la statistica elaborata e pubblicata dall’Associazione Matrimonialisti Italiani, affollano le mense della Caritas, alla stessa stregua di tanti altri poveri diavoli, barboni e sbandati. Loro in genere sono padri che, socialmente e professionalmente parlando, appartengono ai colletti bianchi, perché sono insegnanti, professionisti, impiegati, anche dirigenti, che si sono ridotti sul lastrico in seguito alla sentenza di separazione o di divorzio, nel senso che hanno dovuto dare all’ex moglie e ai figli la gran parte del loro stipendio. Qualche dato. Ogni anno si separano in Italia 170 mila coppie, con un aumento del 2% all’anno, segno che il matrimonio non tiene più come una volta. Le coppie di separati con figli sono il 70,8%, mentre quelle che divorziano sono il 62%. Ancora: a mostrare la tendenza alla separazione maggiore che in passato basta considerare che nel 1975 le coppie di sessantenni che si separavano erano il 3,2%, mentre nel 2011 la percentuale è salita all’8,3%. I padri separati in Italia sono circa 2 milioni e 200 mila, ben 800 mila di essi vivono al di sotto della soglia di povertà, mentre 250 mila, cioè il 9%, vive con meno di 300 euro al mese. Queste cifre parlano da sé. Alla luce di questi dati, si spiegano benissimo i 90 mila padri di Roma e i 50 mila di Milano che ogni giorno fanno la fila per la mensa alla Caritas, per limitarci alle due metropoli del Nord e del Centro. Essi rappresentano il 25% degli assistiti, cioè uno su quattro uomini che mangiano alla mensa della Caritas è padre separato in serie difficoltà, pur ricevendo uno stipendio medio alto.
La situazione appena descritta spiega anche altri dati che sono una conseguenza. Ad esempio, sono 150 mila i padri che hanno perso ogni contatto con i figli. Certamente pesano i rapporti tra gli ex coniugi, ma lo stato di povertà in cui cade il genitore ha evidentemente la sua parte. Un altro dato serve a suffragare quanto prima detto: sono 950 mila i padri che possono vedere i figli soltanto un pomeriggio alla settimana. La maggior parte delle volte dipende dal fatto che non hanno una casa dove portarli e farli dormire, specialmente se si tratta di figli in tenera età. La legge offre la casa – anche se di proprietà del padre – alla madre con figli in tenera età, per cui, dovendo dare 400 euro per ogni figlio e 400 alla moglie, a un padre che guadagna 1.600 euro e che ha due figli restano appena 400 euro, con cui dovrebbe pagare l’affitto, mangiare e vestirsi. Succede perciò che il padre separato vada a dormire a casa dei genitori, oppure ad arrangiarsi in una camera con altri, in genere studenti, perché non possono permettersi altro. Non è raro che dormano in macchina o nel garage di qualche amico o conoscente. A Bolzano e a Genova hanno cominciato a costruire delle case-famiglia per padri separati, anche nelle grandi città qualcosa del genere va lentamente avanti, ma è una vita da cani, tanto più che molti di questi padri hanno un lavoro di responsabilità e sul lavoro e con i colleghi sono costretti a fare buon viso a cattiva sorte. L’associazione degli avvocati matrimonialisti italiani ha dichiarato che così non va, che la legge deve essere rivista. La loro proposta è che l’assegno di mantenimento non superi il 50% dello stipendio. Riprendendo l’esempio di prima – che, precisiamolo, è già un caso che certamente non riguarda tutti, in quanto normalmente le condizioni sono peggiori – se un padre guadagna 1.600 euro al mese, rimanendogli la metà, cioè 800 euro, vivrà di stenti, ma quanto meno potrà respirare. La proposta dell’Associazione Matrimonialisti Italiani mira non solo a garantire un minimo di decenza ai padri separati, ma anche a scoraggiare la tendenza della ex moglie a prendersela con comodo nella ricerca di un lavoro, tanto tra l’assegno per lei e quello per i figli (supponiamo due) raggiunge i 1.200 euro, con cui potrà cavarsela abbastanza tranquillamente. Senza contare che magari ha una relazione e la nasconde per continuare a ricevere anche l’assegno per sé, oltre che quello per il figlio o i figli. Il tutto, ai danni dei padri separati e precipitati nella miseria. [email protected]
1 commento
Come siete umani voi…. con ben 800€ (su uno stipendio medio alto) vivra ‘ di stenti, lo ammettete anche! Cosa dite di una proposta per cui i mantenimenti non superino il terzo? (33%)
Non sia mai che questi uomini, ai sensi della costituzione, riescano a vivere dignitosamente vero?