Certo noi italiani, pur adattandoci ad ogni situazione, non siamo molto flessibili per quanto riguarda gusti e sapori che non sono nel nostro DNA mediterraneo e patiamo abbastanza nei viaggi quando ci dobbiamo scontrare con una cultura gastronomica diversa; possiamo rinunciare ad un piatto di pasta o alla pizza ma non al rito dell’espresso giornaliero. E all’estero possiamo trovare davvero tante versioni che, del vero caffè italiano, non mantengono né consistenza né colore. Pronti per un viaggio alla scoperta dei paesi da evitare o da valutare per i dipendenti del caffè?
Iniziamo dall’Irlanda. Paesaggi verdissimi in cui le tipiche pecore dal muso scuro pascolano in romantiche brughiere. Piove spesso in Irlanda e, in caso di maltempo, un pub è il posto migliore per rifugiarsi potendo sorseggiare l’Iris coffee: la bevanda è caldissima, zuccherata, corretta con Whiskey irlandese e ricoperto da uno strato di panna. È un caffè da degustare che non si finisce in un sorso ma indubbiamente ottimo ascoltando una band di folk irlandese!
Avete il sogno di visitare i paesi nordici invece? In Finlandia preparatevi ad assaggiare il caffè al formaggio. Bollente e dalla consistenza cremosa. In fondo siamo abituati al caffelatte, perché non al formaggio? Dona la carica per ammirare la selvaggia natura dei freddi fiordi del nord!
Spostiamoci invece ad una meta più esotica per visitare la Turchia. Istanbul, con la sua skyline del ponte di Galata, della Moschea Blu e della stupenda Basilica di Santa Sofia offre, nel suo Grande Bazar, numerose torrefazioni in cui poter acquistare il famoso caffè turco. La fila per aggiudicarsi un pacchetto di Kurukahveci è lunga ma impressionante la velocità con cui il prodotto è dosato e impacchettato in una catena umana dai ritmi serrati per accontentare tutte le richieste. Come lo si degusta? Viene servito con un lungo processo di riscaldamento in cui la miscela deve decantare e cadere sul fondo della tazzina. Il sapore è ricco e particolare, molto più corposo del nostro espresso. A fine assaggio, se non piace, si possono sfruttare i fondi per leggere nel futuro… magari vedendo il prossimo viaggio in un paese in cui la bevanda è più di gradimento. In questo caso bisognerebbe evitare di recarsi in USA dove, se il caffè è un beverone lungo a cui ci si abitua già da quello proposto sull’aereo, si viene ripagati da paesaggi indimenticabili. Davanti al monumentale Grand Canyon, in Arizona, si può far pace con la mancanza di caffeina degna di questo nome! In fondo siamo nel far west, what else?
Spostiamoci in Asia, per esempio in Vietnam. Dopo la visita alle affascinanti risaie terrazzate delle montagne del Vietnam del nord e all’incantevole baia di Halong, una pausa in una delle città piu’ caotiche del mondo come Hanoi, è di rigore per assaggiare il caffè all’uovo vietnamita. Ha la particolarità di essere fatto con i tuorli d’uovo sbattuti insieme a latte e zucchero che creano un crema spumosa che guarnisce la bevanda; in realtà assomiglia ad un dessert che ricorda vagamente il gusto del tiramisù. Tutto sommato, buono.
Sempre in Asia, a Bali possiamo trovare, oltre alle splendide spiagge e alle rigogliose foreste tropicali ricche di fiori e farfalle coloratissime, anche un curioso mammifero. Si tratta di una sorta di donnola, lo zibetto di palma asiatico che riveste un ruolo chiave nella consumazione del caffè tradizionale. La bevanda locale, il kopi luwak, infatti è fatta di chicchi di caffè parzialmente digeriti ed espulsi da questi piccoli animali, raccolti e poi tostati. Se la lettura di questa particolarità vi fa storcere il naso, sarà il prezzo a stupirvi: il caffè in questione è il più caro del mondo!
Piuttosto, il prossimo viaggio lo prenotiamo per il Gran Caffè Gambrinus a Napoli!
Qual è stato il peggior caffè che avete mai bevuto?
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