Presentata la classifica mondiale del divario di genere 2011 La Svizzera resta nei primi dieci, mentre l’Italia si piazza al 74esimo posto
Il Global Gender Gap è l’indice che dal 2000 misura il gap di genere nell’accesso alle risorse e alle opportunità nei Paesi del mondo. Elaborato dal World Economic Forum (WEF), i Paesi sono valutati in funzione della prossimità all’uguaglianza di genere piuttosto che del coinvolgimento femminile nei diversi settori della società. Il rapporto 2011, dove erano inseriti 135 Paesi, è stato presentato il primo novembre a Ginevra. Il piazzamento è calcolato da indici specifici, come partecipazione e opportunità economica delle donne, accesso al potere politico delle donne e all’educazione, divario tra uomini e donne in fatto di salute e aspettative di vita. Non ci sono sorprese nei primi posti della classifica, che sono occupati dai Paesi dell’estremo nord: prima l’Islanda seguita da Norvegia, Finlandia e Svezia. Questi Paesi hanno regolato più dell’80 per cento delle loro diseguaglianze di genere. La Svizzera è rimasta al decimo posto (tredicesima nel 2009), mentre l’Italia rimane fanalino di coda dei Paesi UE con il settantaquattresimo posto (settantaduesima nel 2010). Chiudono la classifica l’Arabia Saudita, il Mali, il Pakistan, il Ciad e lo Yemen. La Svizzera, secondo lo studio, nelle pari opportunità è migliorata nell’educazione e nella formazione, nella partecipazione economica e nelle possibilità di cooperazione politica. Non rallegra il piazzamento dell’Italia, anche se c’è da dire che negli ultimi anni si è avuta una lenta, ma costante, tendenza al progresso. Negli indici specifici l’Italia ha un risultato migliore nell’accesso all’educazione (quarantanovesimi) e al potere politico delle donne (cinquantaquattresimi), mentre è peggiore nell’opportunità economica (novantasettesimi). Le grandi diseguaglianze su scala mondiale sono nella partecipazione femminile all’economia, dove solo il 59 per cento è stato raggiunto, mentre nell’educazione e formazione è stato raggiunto il 93 per cento delle pari opportunità. Comunque sono meno di un quinto le donne che hanno poteri decisionali. Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum ha espresso incomprensione. “Un mondo che ha meno del 20 per cento di donne nei posti decisionali, è un mondo che si lascia sfuggire un’immensa possibilità di progresso, ignorando il potenziale femminile”.