Intervista allo scrittore Gabriele Sannino a cura di Leo Caruso per Radio Lora Italiana
Come si innesca il bullismo e quali sono i segnali che non vanno sottovalutati?
Credo che sia tutta una questione di educazione, purtroppo il bullismo si annida nelle scuole in quanto non c’è un’educazione alla diversità. In questo libro che ho scritto nel 2008, “Non sono un alieno”, parlo proprio di questo. È un libro che in primis parla di bullismo omofobico nelle scuole, molto diffuso in tutto il mondo, dove c’è la compiacenza di insegnanti che fanno finta di niente. Una volta ho conosciuto un insegnante ha detto ‘magari a quel ragazzo gli serve, magari così cambia i propri gusti’, chi ha detto queste parole è una persona molto ignorante, ma la verità è che questo pensiero di fondo si nasconde ancora in molta gente. Oggi nessuno dice di essere omofobico, però sotto sotto ci sono ancora dei meccanismi per cui, per esempio, fai finta di niente davanti alle battute. Il linguaggio di un certo tipo, come quello di alcune battute, nasconde comunque un pizzico di cattiveria, in questo libro ho voluto affrontare queste tematiche che sono presenti in tutto il mondo.
Hai detto che il bullismo omofobico va combattuto in primis nell’ambiente scolastico…
Ho avuto la fortuna che quando il libro è uscito, nel 2008, fu letto in diverse scuole e gli insegnanti mi ringraziarono perché dissero che era un libro scritto per i ragazzi, ma la realtà vale per tutti, perché è il protagonista in primis che non si accetta. Molte volte chi ha un problema di “diversità” come una sessualità “diversa” o non si piace fisicamente etc., il primo a discriminarsi è proprio la persona che non accetta se stesso.
È il protagonista a non accettare se stesso, a costruire un castello di bugie intorno alla propria vita e quando in qualche modo questo castello cade è lui la vittima sacrificale unsieme alle persone che gli sono intorno. La prima persona che deve accettarsi e amarsi sei tu, ma per fare questo hai bisogno di un nucleo di persone intorno che ti diano amore, ti facciano capire che la diversità sta soltanto negli occhi di chi ci guarda.
Bisogna assolutamente educare i ragazzi, così come genitori e insegnanti, al rispetto della diversità umana.
Un tuo collega ha affermato che spesso gli adulti sono assenti e non stabilire delle regole chiare nei confronti dei loro figli può far sì che vengano fuori questi comportamenti, sei d’accordo?
Oggi sia l’uomo che la donna lavorano, quindi molto spesso sono assenti e un ragazzo vive la sua età fatta di poca consapevolezza, perché durante l’adolescenza non sei molto consapevole, per cui sei lasciato a te stesso. Quando mancano i genitori dovrebbe sopperire la scuola e purtroppo la scuola non lo fa. Ripeto, molte volte gli insegnanti si girano anche dall’altra parte: in questo momento, per esempio, ho un collega di lavoro il cui figlio è bullizzato semplicemente perché ha un dente un po’ più lungo e viene chiamato dracula. Non è grave finché questa cosa diventa fortemente presente nella vita del ragazzo che, tristissimo, ha avuto il coraggio di dirlo ai genitori.
A volte, ci sono alcuni casi anche più seri, come il bullismo omofobico, ma ci sono anche casi meno gravi, dove però neanche qui gli insegnanti intervengono, per questo c‘è bisogno che gli insegnanti siano i primi ad essere educati al rispetto per la diversità e a imporre questo rispetto. Sarei per degli incontri, per un’educazione civica di massa, un’educazione anche sessuale di massa che manca a moltissimi genitori: se non hai nulla da trasmettere a tuo figlio, tuo figlio diventerà come te, diventerà povero dal punto di vista di contenuti della consapevolezza.
Quando affidiamo alla scuola questo compito, significa anche avere degli insegnanti formati, ma chi è che li forma?
Gli insegnanti dovrebbero leggere i libri di formazione, ce ne sono tantissimi. Dovrebbe essere obbligatorio per gli insegnanti leggere alcuni libri che in qualche modo li aiutino anche ad affrontare il rapporto con i ragazzi, anche perché oggi è in crisi anche il ruolo dell’insegnante che non riesce più ad essere autorevole, non autoritario che è diverso. La formazione degli insegnanti dovrebbe essere obbligatoria per garantire l’autorevolezza dell’insegnante e per far sì che l’insegnante riesca, con questa autorevolezza ritrovata, a imporre il rispetto anche tra gli alunni. Bisogna trovare delle soluzioni, per riuscire a creare anche futuri cittadini consapevoli, si tratta di uomini e donne che diventeranno adulti.
Parliamo anche di cyberbullismo che sembra complicare tutta questa tematica…
C’è differenza tra bullismo e cyberbullismo. Nel cyberbullismo ci sono le prove immediate, messaggi scritti ad esempio, per cui si può intervenire, anche le autorità possono intervenire maggiormente, nel bullismo invece si fa più fatica.
Il cyberbullismo oggi è un dramma che porta gli adolescenti al suicidio. Essere brutalizzato su internet, essere alla merce di tutti è una cosa terribile, ma paradossalmente si può intervenire di più. Anche in questo caso è un discorso di educazione, bisogna poter andare alla radice. Penso ad un certo punto che non puoi educare un ragazzo se non educhi anche il genitore, quindi bisogna coinvolgere i genitori in percorsi educativi se vogliamo che questa società migliori.
Quale consiglio daresti ad un ragazzo che subisce il bullismo?
Non chiudersi, parlare con persone di cui si fida aprirsi, perché se ti chiudi dentro è ancora più terribile e non si riesce ad elaborare la propria diversità. Quando accetti la tua diversità, qualunque essa sia, le critiche ti scivoleranno molto meglio.
foto: gabrielesannino.com