La settimana che è appena cominciata sarà molto impegnativa. Siamo nel pieno della settimana Santa, alle spalle abbiamo lasciato una soleggiata domenica delle Palme trascorsa come il resto degli altri giorni a casa, anche se molti si sono riversati negli spazi all’aperto della Svizzera, dopo tutto le passeggiate in solitaria sono ancora permesse, anche se non proprio l’ideale. La Svizzera ha vietato gli assembramenti con più di 5 persone, non come in Italia dove invece le restrizioni sono molto più rigide. Si esce solo una volta per motivi necessari, spesa o recarsi a lavoro e muniti di autocertificazione, guanti e mascherine, il resto è vietato.
Il Coronavirus è arrivato invadendo quanti più luoghi possibili, in qualche paese prima degli altri, ed ha sconvolto la vita di molte persone, stravolto abitudini e piani e fatto saltare tutto ciò che avevamo in programma magari da tanto tempo. A quanti di noi è saltato un evento, un incontro, un concerto, un viaggio? E così per molti di noi la Pasqua sarà un giorno di quarantena in casa, senza poter andare dalla famiglia in Italia o in vacanza per un viaggio programmato da tanto tempo. Ma neanche una scampagnata o la tradizionale gita fuori porta per il giorno della pasquetta, e prima ancora, non si potrà nemmeno andare alla Santa Messa la domenica di Pasqua anche se c’è chi, come Matteo Salvini, ha suggerito di poter “entrare in chiesa, seppur ordinatamente, con le distanze di sicurezza, per la Messa di Pasqua, magari un po’ alla volta, in quattro o cinque”. Per il leader della Lega, è possibile seguire le tradizioni religiose italiane rispettando le distanze, in numero limitato, la santa messa di Pasqua “per milioni di italiani può essere un momento di speranza”.
Ma la proposta dell’ex ministro dell’Interno non è stata accolta così favorevolmente come magari si aspettava Salvini, trovando dissensi anche da parte degli uomini di chiesa che, invece, avrebbero tutto l’interesse di riaprire le porte ai fedeli.
“Caro Salvini, oggi le chiese sono chiuse, perché noi preti rispettiamo la legge del nostro paese. Obbediamo ai nostri vescovi e non a te. Non usiamo il nostro popolo, ma lo amiamo. Non ci sta a cuore il consenso ma il bene comune”, scrive su twitter don Pino Pirri, giovane sacerdote marchigiano che collabora con Tv2000, l’emittente dei vescovi in risposta alla proposta di Matteo Salvini. Il virus, purtroppo, non ammette pause e neanche a Pasqua, ma solo sacrifici, come ha ribadito spesso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nei suoi interventi quasi giornalieri.
Le nostre preghiere saranno valide anche se non le rivolgiamo dalla chiesa, dopotutto che si possa pregare in ogni luogo, tra palchi e ospitate nelle trasmissioni televisive, ce lo ha dimostrato proprio Salvini. E noi, invece, quest’anno siamo pregati di stare in casa anche a Pasqua!