Mi chiamo Patrizia Zaccaria. Io e mio fratello siamo nati a Glarus dove mio padre e mio nonno si sono trasferiti in cerca di lavoro, costruendosi poi una vita qui. La mia vita l’ho vissuta tra Glarus, tra le montagne, e il Salento, a Lecce… Ho un padre leccese molto orgoglioso.
Quindi tu sei di terza generazione? Tuo nonno e tuo padre sono venuti in Svizzera?
Però mio padre è nato in Italia. Nonno è tornato nel Salento e mio padre è rimasto qui con noi. Già mio nonno era barbiere per questo il mio mestiere di parrucchiera per me è importante, quasi una tradizione di famiglia. Vedendo lui lavorare è nata questa passione che ho voluto alimentare, così sono diventata parrucchiera. La cosa speciale qui in Svizzera è che comunque tu come italiana sei più aperta e le persone adorano questa dote. Quando tu dici che sei Italiana le persone fanno festa e chiedono da dove arrivi, da quanto sei arrivata, perché… hai sempre qualcosa da raccontare.
Hai sposato uno Svizzero, avete figli?
Sì, abbiamo una figlia di un anno. Ancora non parla chiaramente, ma si nota già un accento leccese…
Quindi porterai comunque avanti l`Italianità con tua figlia?
Sì, in ogni caso. È una tradizione che non vorrei abbandonare neanche per un secondo. Voglio che impari l’italiano, la voglio sempre portare in Italia.
Differenze tra Italiani e Svizzeri secondo te?
Secondo me è ovvio che la gente in Italia è più tranquilla, beh si scaldano quando si devono scaldare però la vita è più leggera. Da quello che ho visto e sentito io il lavoro viene in secondo piano. Prima vengono la famiglia e la vita, si lavora per vivere! Qui invece si vive per lavorare! Penso che per gli Svizzeri interagire con noi Italiani, vedendo come lavoriamo noi qui nel nostro salone, ad esempio, sia particolare, piace il fatto che siamo un po’ più leggeri, anche se devo dire che non siamo così leggeri come in Italia. Questa è la cosa positiva dell’Italia. In Svizzera, però, la gente è più puntuale, ti puoi fidare, in Italia invece se organizzi qualcosa ti dicono: ‘Non ti preoccupare ci penso io’ e puoi essere sicura che si sono dimenticati! Se sei nata qui ti dà più fastidio. A me piace l’Italia, adoro passare le vacanze a Lecce, però non credo che potrei viverci.
Quindi non hai in mente di scendere giù definitivamente?
No. Beh forse in futuro, dopo i sessant’anni ci andrò sicuramente con mio marito. Forse in estate, e poi in inverno vivrei qui. Mio padre da un po’ vive giù. E tornato a Lecce, quindi la mia vita continua ad essere mezz’anno qua e mezz’anno là. Vai e vieni. Ma preferisco vivere qui in Svizzera e rascorrere il mio tempo libero in Italia. E quello che faccio ed è quello che mi da più sicurezza.
Raccontaci un po’ di più del tuo lavoro…
Ho iniziato un’apprendistato come parrucchiera. Poi volevo diventare maestra di professione, però prima di finire gli esami è arrivata la L’oreal, dalla quale ho ricevuto un’offerta di lavoro.Ho accettato e mi sono buttata in un’avventura di 9 anni durante i quali ho girato tanto il mondo, ho partecipato e fatto tanti seminari e sono stata a Parigi, a Roma, a Torino per vedere le nuove tendenze. Era un grande impegno, ma era bellissimo, sono sempre stata in giro e il fine settimana ero sempre nei grandi show a vedere le nuove tendenze. È stato un periodo bellissimo. Poi mi sono sposata, ovviamente a Lecce. Eravamo un centinaio di persone, metà Svizzeri. Una festa bellissima. Abbiamo ballato tantissimo, più che un matrimonio sembrava una serata danzante. Siccome mi piace molto la tradizione leccese, abbiamo mangiato rustici e tutti cibi tipici leccesi, non tutti da matrimonio, però per noi è stato bello così, perché abbiamo messo insieme due tradizioni diverse. Italiani che si sono dati da fare per non arrivare troppo in ritardo e Svizzeri che si sono un po’ lasciati andare, alla salentina! Poi è nata mia figlia, Zoé. Chiaramente ho dovuto lasciare la L`oreal perché ero sempre in giro e non potevo seguire la famiglia che per me è più importante. Ho conosciuto i proprietari di questo negozio Bäcker’s Hairlounge a Zurigo, che hanno comunque clienti della L`oreal, mi hanno proposto il ruolo di direttrice conoscendo la mia passione e la mia esperienza nel campo. Ho iniziato a gennaio 2011, sono qui al 50% perché comunque ho la bambina. È bellissimo, ci diamo molto da fare, cerchiamo tutti di dare qualcosa in più ai clienti, non siamo il classico negozio di parrucchieri che dice… ‘questo ti costa 10 franchi in più il caffè ti costa 2 franchi’… io voglio trasmettere una tradizione all’italiana, offrire il caffè, il prosecco… una cosa più leggera, più in confidenza. Il taglio o la piega certamente si pagano, ma tutto il resto, il massaggio, la bevanda, è omaggio.
Ma il tuo lavoro di preciso qual è? Oltre ad essere direttrice del locale, tagli ancora i capelli?
Sì, sì, taglio ancora i capelli. Non voglio lasciare, anche per i clienti. In più faccio i piani di lavoro per i collaboratori, preparo le paghe, le ordinazioni, i Businessplaning… vuol dire che hai sempre traguardi. Per esempio in ottobre saremmo agli Swiss Night Awards, andremmo a pettinare e fare il trucco. La settimana scorsa abbiamo lavorato per Aldo Coppola, che è venuto dall’Italia per uno show; il prossimo traguardo, invece, sarà un progetto televisivo, uno show dove ci occuperemo del trucco. Sono degli obiettiv che comunque devono essere ben progettati nel tempo. A settembre avremmo voluto fare una festa sulla strada, all`Italiana proprio, visto che qua ci sono tantissimi Italiani. Una festicciola con dei banchi in strada per bere e mangiare. Ma la città non ci ha dato il permesso. Ora stiamo vedendo per la fine dell’anno e per Natale magari, più una cosa per bambini, sono queste le cose che progetti per mantenerti a galla o fare la differenza rispetto alla concorrenza. Perché il più grande obiettivo è far conoscere alla gente il nostro negozio, far vedere che da noi c’è una certa italianità. Ed è questo che sto cercando di portare qui dentro, perché il negozio è bellissimo, lussuoso ma mancava quella spinta, l’emozione che quando sei qui dici ‘qua mi diverto’.
Il personale è solo Italiano?
No, sarebbe brutto escludere gli altri. Perché l`Italianità ha tante emozioni e per avere queste emozioni non devono essere tutti per forza Italiani. Ci sono due svizzere, poi c`è uno svizzero che però è originario dell`Asia, abbiamo uno spagnolo, un Italiano e io. È bello perché siamo metà Italiani e metà Svizzeri e vedi che gli Svizzeri danno più puntualità e gli Italiani portano un tocco di leggerezza. Questo è il mix perfetto, che fa vivere il nostro negozio.
Ma tu sei doppia-cittadina?
No, sono solo italiana. Vivo qua sto bene, perché devo diventare svizzera?. Sai, casa mia è dove vivo. Zurigo e Svizzera sono casa mia, poi quando sto a Lecce, Lecce è casa mia. Non sono una che si fa problemi, ovunque mi trovi io mi sento a casa. S.S.