Il Consiglio federale respinge l’iniziativa di Marche Blanche perché lacunosa e inutile
Nel 2012 in Svizzera 1203 persone, senza i casi non dichiarati, sono state accusate di atti sessuali con minorenni. La campagna contro la pedofilia è iniziata dopo una controversia nella città di Bienne, che aveva visto un insegnante condannato ricandidarsi, dopo avere scontato la pena, per un posto che prevedeva un’attività con bambini di sei anni. Questo caso è stato all’origine dell’iniziativa popolare “Affinché i pedofili non lavorino più con i fanciulli”, promossa nel 2011 dall’associazione di genitori Marche Blanche, che sarà l’oggetto di maggiore impatto emotivo nelle votazioni federali del 18 maggio. Il testo vuole modificare la Costituzione federale e chiede che pedofili condannati per reati sessuali, dovranno essere interdetti obbligatoriamente a vita di esercitare un’attività professionale a contatto con minorenni o persone dipendenti. L’iniziativa è sostenuta dall’Unione democratica di centro (UDC) e dal Partitio popolare democratico (PPD).
Nonostante in molti siano consapevoli della necessità di dovere proteggere i minorenni e gli adulti indifesi da pedofili e sessuomani condannati, l’iniziativa è stata respinta dal parlamento e dal Governo, che a riguardo hanno approvato una revisione del Codice penale che entrerà in vigore a inizio 2015, indipendentemente dall’esito della votazione. La modifica segue il medesimo obiettivo dell’iniziativa, ma secondo il ministro del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Simonetta Sommaruga, la nuova legge “garantisce una migliore e più ampia protezione rispetto all’iniziativa”. Inoltre, a differenza della legge, l’iniziativa viola anche il principio della proporzionalità, un pilastro dello Stato di diritto. L’iniziativa non differenzia la gravità dei casi e impone la giustizia a trattare un criminale sessuale pericoloso e uno non a rischio recidiva alla stessa stregua. La variante del Consiglio federale tiene conto invece del singolo caso e prevede sanzioni differenziate, a secondo della gravità, e quindi non esiste un automatismo.
Dunque la nuova legge permette ai giudici di ordinare un’interdizione a vita, ma solo quando c’è il rischio di recidiva ed è l’unico modo per proteggere la società. Ai pedofili che commettono reati gravi e sono condannti a una pena superiore ai sei mesi, i tribunali vieteranno per un periodo di dieci anni di lavorare a contatto con i bambini o adulti vulnerabili e se necessario prolungarlo di cinque anni. Il giudice avrà più margine di manovra per le pene inferiori ai sei mesi. Questa soluzione permette di rispettare il principio di proporzionalità. Le nuove disposizioni non si limitano solo agli abusi sessuali ma permettono anche di proteggere da tutte le forme di violenza fisica e psichica e di allargare l’interdizione a tutti gli autori di reati sui minori. Inoltre la legge include anche il settore privato, e i reati sono punibili anche al di fuori dell’attività professionale, ad esempio in club sportivo o in un’associazione, ma soprattutto nelle famiglie, dove si registrano i maggiori casi di lesioni dell’integrità sessuale e maltrattamenti domestici.
I promotori respingono però il controprogetto indiretto, ritenendo sbagliato il principio di proporzionalità per i reati di pedofilia. I pedofili sono inguaribili e di fatto recidivi. Un’interdizione a vita dal lavoro è in ogni caso proporzionalmente giusta. Marche Blanche non accetta che siano i giudici a valutare i fatti scegliendo la soluzione più opportuna, dato che il sistema legale si è dimostrato incapace di proteggere i bambini. L’iniziativa sui pedofili resta di grande attualità e ha costretto il parlamento a una revisione del Codice penale. Anche le possibilità di successo sono alte. Il primo sondaggio rappresentativo di gfs.berna mostra che l’iniziativa sfonda tra gli elettori di tutti i partiti: il 74% approverà il testo, contro il 19% di no e il 7% di indecisi. Su quest’oggetto la campagna non avrà alcun influsso, poiché sarà un voto emozionale, che non si baserà su opinioni argomentate e conoscenza del tema. Per l’approvazione l’iniziativa dovrà ottenere la maggioranza dei voti e dei cantoni.