È così che la madre di Brittany Maynard ha commentato il giudizio del Vaticano sulla decisione di terminare la sua vita
“Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo – ha scritto la Brittany su Facebook – Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, di fronte alla mia malattia terminale, un terribile tumore al cervello che mi ha preso così tanto e che mi avrebbe preso ancora molto di più. Il mondo è un posto bellissimo, il viaggio è stato il mio più grande maestro”, ha aggiunto la donna che aveva visitato il Grand Canyon. È stata questa una parte del messaggio che Brittany ha lasciato prima della sua morte.
La decisione della ragazza, alla quale nella scorsa primavera fu diagnosticato un glioblastoma di stadio 4 con una speranza di 6 mesi di vita, ha innescato un acceso dibattito sull’eutanasia negli Stati Uniti e non solo. Il video postato su YouTube, in cui spiegava la sua scelta e annunciava la data della sua morte, aveva ricevuto oltre 8,8 milioni di visualizzazioni. Dopo che, come ha riferito Crowley, le sue condizioni sono rapidamente peggiorate con “convulsioni sempre più lunghe e frequenti, forti dolori alla testa e al collo e sintomi simili a quelli dell’ictus”, Brittany ha deciso di non soffrire più. Alla morte di Brittany sono seguiti numerosi commenti tra cui anche quello del Vaticano: “Non giudichiamo le persone”, ma “la dignità è un’altra cosa che mettere fine alla propria vita”, è stato il commento del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Carrasco de Paula. “Peggio di uno schiaffo in faccia. Le parole del Vaticano, «Il suicidio assistito non è una scelta dignitosa», hanno aggiunto dolore a quello per la perdita della ragazza. È stato come prenderci a calci mentre stavamo lottando per respirare”, ha scritto Debbie Ziegler, la madre di Brittany, in una lettera che ha affidato a «Compassion & Choices», l’associazione americana che sostiene la libera scelta sulla fine della vita.
“La decisione di mia figlia di morire dolcemente, piuttosto che attraversando un progressivo degrado fisico e mentale e soffrendo un dolore intenso, non merita di essere etichettata come “riprovevole” da sconosciuti che vivono in un altro continente, che non conoscono né lei né la sua particolare situazione”. Debbie, che è una ex insegnante di Scienze, aggiunge: “’Riprovevole’ è una parola che ho usato, come docente, per descrivere le azioni di Hitler o di altri tiranni politici e lo sfruttamento dei bambini da parte dei pedofili. Come madre di Brittany, non credo che chi la conosceva avrebbe mai usato questo aggettivo per descrivere quello che ha fatto”. E ancora: “La morte non è necessariamente, e in tutti i casi, il maggior nemico. A volte una morte senza sofferenze è un dono. I medici, incautamente, credono che si debba prolungare la vita, costi quel che costi, nonostante gli individui e le famiglie, per questo, debbano sopportare inutili sofferenze. Ma Brittany ha sempre pensato che nessuno avesse il diritto di stabilire, al posto suo, per quanto tempo avrebbe dovuto soffrire. La scelta di morire, per i malati terminali, è un diritto umano. È un concetto chiaro e semplice”.
Il suicidio assistito di This Jenny
Un altro caso di eutanasia ha fatto parlare di sé la settimana scorsa in Svizzera. Dopo il suicidio assistito dell’ex consigliere agli Stati This Jenny sono aumentate le adesioni a Exit, l’associazione che pratica il suicidio assistito dal 1985 con 100’000 membri, che nei giorni seguenti ha registrato un numero doppio di richieste rispetto all’ordinario: da una media quotidiana di 50-100 si è passati a 200, ha detto il portavoce Bernhard Sutter. This Jenny è deceduto all’età di 62 anni, ha scelto di morire per un tumore allo stomaco incurabile. This Jenny, che si era ritirato in febbraio dal Consiglio degli Stati, parlava pubblicamente della sua lotta contro la malattia. In varie interviste rilasciate, diceva che avrebbe voluto scegliere lui stesso il momento della sua morte. La probabilità che potesse sopravvivere cinque anni era soltanto del 5%, spiegava l’ex “senatore” glaronese. Anche le chance di guarigione erano dello stesso ordine di grandezza. “Di fronte a questa situazione il mio entourage soffre più di me”, dichiarava.