Spopola nelle sale italiane il film sulla vita del campione brasiliano nominato atleta del secolo dal Comitato Olimpico Internazionale
La pellicola racconta l’incredibile storia vera del leggendario giocatore di calcio che da semplice ragazzo di strada raggiunse la gloria trascinando la nazionale brasiliana alla vittoria del suo primo mondiale nel 1958 e diventando poi il più grande calciatore di tutti i tempi vincendo altre due Coppe del Mondo.
Otto anni di storia raccontati dalla regia di Jeff e Michael Zimbalist in un lungometraggio prodotto da Brian Grazer, giá produttore di successi del calibro di A Beautiful Mind e Apollo 13. La narrazione parte dall’infanzia del campione che, ragazzino, sgambettava nei campi della periferia di Rio, raccontandone l’infanzia difficile nelle favelas, la povertá, il rapporto con il padre, la fatica e le dure prove che l’hanno portato a diventare la leggenda che tutto il mondo oggi celebra.
Sí, leggenda, perché anche il termine campione è riduttivo per i suoi 1283 goal e i tre mondiali vinti, il primo dei quali a soli 17 anni. Dico (soprannome del piccolo Edson Arantes Do Nascimento, meglio noto come Pelé), il protagonista della pellicola, lucida scarpe e gioca a piedi scalzi tra le favelas quando il Brasile perde la finale di Coppa del Mondo del 1950 contro l’Uruguay. La tristezza e le lacrime sul volto di Dondinho, padre del giovane Pelé, spingono il ragazzino a fare una promessa solenne: “Vincerò la Coppa del Mondo per il Brasile”.
Promessa mantenuta, appena qualche anno dopo, nel 1958, in Svezia: Pelé vince il Mondiale e si rivela decisivo nella spedizione brasiliana in casa svedese. Ma l’arrivo del successo è preceduto da dure prove: la morte di un amico, la pausa dal calcio, gli allenamenti in gran segreto con il padre tra i frutti del mango e i palleggi, poi il provino, i dubbi, il Santos, le squadre giovanili, l’esordio in massima serie, il titolo di capocannoniere e una radio regalata a papà Dondinho, dalla quale ascoltare la prima convocazione in verdeoro.
Il film, girato interamente in Brasile, registra anche la partecipazione del campione, che non è riuscito a resistere alla tentazione di prendere parte alle riprese. Nel maggio del 2013 poi lo stesso Pelé ha partecipato al Festival di Cannes per promuovere la produzione della pellicola.
Inizialmente la distribuzione del film era prevista in concomitanza con i Campionati Moniali dei calcio del 2014, ma è stata ritardata a causa di una prolungata post produzione, fino ad essere presentato in anteprima il 23 aprile 2016 al Tribeca Film Festival, nella sezione Special Screening. Ma l’impegno del grande campione non si esaurisce nello sport: fra i mille riconoscimenti che si è guadagnato la nomina ad Ambasciatore delle Nazioni Unite per l’economia e l’ambiente; da sottolineare anche il suo impegno contro l’uso di sostanze stupefacenti e le discriminazioni razziali e sessuali.
E se ancora a qualcuno non bastasse tutto ció per parlare di leggenda una vicenda più di tutte “eroica”: Nigeria 1967 guerra civile, Pelé gioca a Lagos un’amichevole; le fazioni in guerra decidono una tregua di 48 ore per vederlo. Nessuno saprá mai quante persone non sono morte sol perché in campo c’era Pelé.