Pena simbolica per dire che sia da esempio. Come quando la mamma scopre il figlio con le mani nel barattolo di marmellata proibita e decide di non farne più, per punire il figlio e per mostrare ai fratelli cosa può succedere se vengono trovati con le mani sporche di marmellata.
Allo stesso modo Cédric Herrou, l’agricoltore francese che è stato scoperto ad aiutare diversi rifugiati ad attraversare il confine tra Italia e Francia, ha ricevuto una “pena esemplare” per questo suo reato. Cédric Herrou è stato condannato lo scorso 10 febbraio ad una multa di tremila euro con la condizionale, la procura di Nizza aveva chiesto 8 mesi di carcere.
Il suo caso viene considerato un “delitto di solidarietà”, ovvero uno di quei casi-paradosso in cui volontari o attivisti per i diritti umani sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Herrou, questo agricoltore di 37 anni, è finito sotto processo perché, per spirito umanitario e di fraternità, ha aiutato più di duecento rifugiati.
Alcuni li ha trasportati in auto, altri li ha nascosti e curati nei camper e nelle tende nel suo giardino, ha aperto la sua casa e, quando non bastava più, ha occupato edifici. Le sue azioni gli sono valse un processo, tre fermi e 128 ore di detenzione, ma Herrou non si non si abbatte ed è deciso a continuare per la sua strada. “Non è sotto la minaccia di un prefetto né per gli insulti di uno o due politici che ci fermeremo. Continueremo perché è necessario continuare”. La punizione esemplare, la pena simbolica, non è servita a nulla perché Herrou è pronto a ricominciare, anche da solo: “Bisogna rimettere al centro di tutto gli esseri umani”, sostiene. “Dobbiamo impegnarci in quanto cittadini per fare in modo che ogni casa diventi uno spazio politico”.
Quindi, ritornando alla “pena simbolica” che avrebbe dovuto essere da monito per Herrou e tutti quelli come lui, non ha funzionato affatto. L’agricoltore Francese ha tutt’altro che intenzione di smettere di aiutare rifugiati che incroceranno la sua strada. È la sua etica che glielo impone. Ma soprattutto, viene da chiedersi, “esemplare” nei confronti di chi? Purtroppo sono sempre di più quelli che piuttosto che aiutare questa povera gente alza un muro, ideologico e non, nei loro confronti.
Pensiamo fra tutti a Laszlo Toroskay, il sindaco di Ásotthalom, un paese ungherese al confine con la Serbia, che ha il grande pregio di essere stato il primo a lanciare la proposta della costruzione di un muro per bloccare l’ingresso dei rifugiati. Proposta accettata dal Primo Ministro ungherese Viktor Orbán che ha acconsentito alla costruzione del muro: 175 km per 4 metri di altezza. È questo lo spirito che si va facendo largo, sono più le persone che costruiscono muri invece che tendere una mano come fa l’agricoltore francese. L’Europa ha protestato contro il muro, niente “richiami esemplari” per l’Ungheria. L’EU è contro i muri, però è anche contro chi si adopera per aiutare chi ha bisogno. E chi ha dato la pena esemplare a Herrau non ha fatto altro che mettere le basi per la costruzione di un muro, magari fatto non di mattoni, ma sempre invalicabile.
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foto: Ansa