La Cassazione stabilisce che il processo di secondo grado che vide assolto l’ex fidanzato di Chiara Poggi deve essere rifatto per mettere a fuoco punti non ritenuti esaurientemente approfonditi
La Corte di Cassazione ha sentenziato che il processo di secondo grado a carico di Alberto Stasi deve essere rifatto. Come si sa, la Cassazione non entra nel merito del processo ma solo sulla legittimità del processo precedente, e in particolare se tutto si è svolto secondo la legge. La Cassazione, dunque, ha stabilito che il processo di secondo grado deve essere rifatto perché ci sono elementi di indagini che non convincono sotto il profilo giuridico.
Vanno approfonditi alcuni punti che riguardano la bicicletta nera parcheggiata davanti alla casa di Chiara Poggi durante il periodo di tempo durante il quale i medici hanno stabilito che la ragazza sia stata uccisa. Una testimone giura che quella bicicletta, proprio quel tipo di bicicletta, non quella in possesso di Alberto Stasi, fosse lì quella mattina. Gl’inquirenti, secondo l’accusa, hanno analizzato la bicicletta di Stasi, ma non quella della madre, che potrebbe essere quella vista davanti alla casa di Chiara Poggi quella mattina del 13 agosto 2007. Ecco, la Cassazione, con l’annullamento del processo di secondo grado che assolse il ragazzo, così come lo assolse il processo di primo grado, ha detto che quelle analisi – in particolare sui pedali – devono essere fatte, perché – ed è il secondo approfondimento che chiede la Cassazione – c’è la possibilità che sui quei pedali si trovino le tracce del sangue della ragazza uccisa. Il terzo approfondimento, infatti, è proprio questo: come è possibile che Alberto Stasi, camminando per la stanza sul cui pavimento era stato trascinato il corpo della ragazza pieno di sangue, non si sia macchiato la pianta delle scarpe.
Il giovane ha sempre sostenuto di essere andato a casa di Chiara per la prima volta quella mattina alle ore 13 e 40, dopo aver lavorato al computer alla tesi di laurea, di essere entrato, di aver notato macchie di sangue sul pavimento dell’atrio e di aver scoperto il corpo della ragazza lungo i gradini che portano in cantina. Quando ha visto da vicino la ragazza in quello stato, ha detto che uscì e chiamò il 118 chiedendo l’intervento dell’ambulanza. L’ultimo approfondimento, che è quello forse che ha determinato l’annullamento del processo di secondo grado, è il capello corto e castano che è stato ritrovato nella mano di Chiara. Ebbene, l’accusa sostiene che quel capello non è stato mai analizzato e che ciò è inspiegabile. Se appartenesse a Stasi, sarebbe una prova evidente che tra di loro c’era stato un contatto proprio prima che Chiara morisse, dunque che l’assassino sarebbe lui.
La difesa ha sempre sostenuto – e l’ha ribadito anche in sede di dibattito in Cassazione – che le analisi sulla bicicletta della madre di Alberto non sarebbero state eseguite per il semplice motivo che si trattava di una bicicletta diversa da quella descritta dalla testimone; che le tracce di sangue non si sarebbero impresse sotto le scarpe di giovane perché era già secco al momento della camminata nell’atrio della casa di Chiara e che le scarpe erano di materiale repellente; che accertare il Dna mitocondriale del capello non servirebbe a nulla.
L’annullamento del processo di secondo grado con rinvio ad un nuovo dibattimento non significa che la Cassazione ritenga Alberto Stasi l’assassino di Chiara, sua fidanzata di quel tempo, significa solo, appunto, che vanno fatti gli approfondimenti del caso sui punti controversi. Resta però che se il giovane è innocente, per lui si apre un periodo di supplemento di sofferenza; se, invece, è colpevole, la giustizia riconoscerà solo in una quarta e eventualmente quinta istanza ciò che non ha riconosciuto nei primi due processi.
I genitori di Chiara si sono detti soddisfatti della riapertura del caso. In cuor loro, anche se non lo dicono apertamente, pensano che l’assassino della loro figlia sia proprio lui, anche se c’è chi punta i suoi dubbi sul fatto che le indagini si siano già dall’inizio orientate verso una sola persona, Alberto Stasi, appunto, trascurando altre piste possibili, ora, dopo tanti anni, irrimediabilmente più difficili da verificare.