Dopo aver letto le ipotesi accusatorie, anche il padre di Melania è dello stesso avviso
L’arresto di Salvatore Parolisi, accusato dalla Procura di Ascoli Piceno di aver ucciso la moglie Melania Rea, è stato confermato dal Gip e poi dalla Procura e dal Gip di Teramo, dove l’indagine è stata spostata per competenza territoriale. Si attende la decisione del tribunale del riesame, ma gli inquirenti ritengono di avere in manoelementi difficilmente confutabili di prova. Chi, dopo aver letto le ipotesi della Procura, è sicuro della sua colpevolezza, dopo aver dubitato a lungo, è il padre della giovane donna uccisa a Ripe di Civitella, il quale è arrivato alla conclusione che la ricostruzione degli inquirenti è verosimile. Gennaro Rea, per quasi tre mesi dopo il ritrovamento del cadavere di sua figlia, era disponibile a giurare sull’innocenza di suo genero. Dopo che sono venute fuori le rivelazioni dei colloqui tra lui e la sua amante, la caporale Ludovica, il mondo gli è crollato addosso. Ha dovuto prendere atto che sua figlia era stata regolarmente, per un paio di anni, tradita dal marito, la sua fiducia è venuta notevolmente meno, ma ha continuato a pensare che un pessimo marito non automaticamente è anche un assassino. Poi, la svolta, in seguito alla pubblicazione delle motivazioni alla base del mandato di arresto a carico del genero e della richiesta di rinvio a giudizio, confermato da varie altre istanze della magistratura.
Quali sono le certezze di Gennaro Rea? Innanzitutto ci sono le “bugie” di Salvatore Parolisi, che ha raccontato che il 18 aprile alle ore 14 Melania era con lui a Colle San Marco, nell’Ascolano. A giudizio di Gennaro Rea (e della Procura), a quell’ora non era lì, lo testimoniano almeno 30 testimoni. Poi c’è il Dna di Salvatore Parolisi trovato sulla bocca di Melania. Ecco la testimonianza del padre di Melania: “L’avvocato Mauro Gionni, il mio legale di parte civile, mi ha spiegato che quella traccia risale per forza a pochi istanti prima che lei morisse, altrimenti sarebbe stata cancellata. Forse questo significa che le ha premuto una mano sulla bocca quando l’ha colpita, forse significa che lui l’ha baciata appena prima di colpirla. Ma, in ogni caso, vuol dire che Salvatore era accanto a Melania nel momento in cui lei è morta”.
In terzo luogo, ci sono i messaggi scambiati tra lui e Ludovica su Facebook nelle settimane prima della morte di Melania, messaggi che dimostrano non solo che Salvatore tradiva da tempo sua moglie, ma anche il possibile movente del delitto. A questo proposito, c’è tutta una serie di intercettazioni assai compromettenti. Il 12 marzo, cioè un mese e sei giorni prima del delitto, Ludovica scrive a Salvatore: “Devi fare le valigie e andartene, senza se e senza ma, senza altro tempo, o la storia la chiudo io”. Il 15 marzo è Salvatore che dice una bugia a Ludovica, facendole intendere di aver parlato con i suoceri della separazione e invece non l’ha fatto: “Amoruccio mio, ho quasi risolto tutto, ho trovato anche un accordo, mi serve solo un po’ di tempo, ma potremo presto coronare i nostri sogni”. Il padre di Melania ritiene che questa sia una bugia se Salvatore alludeva ai suoceri, ma poteva trattarsi anche di un accordo con chi avrebbe dovuto ucciderla. Il 18 marzo Parolisi fa una promessa a Ludovica: “Massimo una settimana e Melania dovrà sparire dalla mia vita”. Il 3 aprile Ludovica pretende da Parolisi che lui passi Pasqua con lei ad Amalfi per presentarlo ufficialmente ai suoi e gli chiede di lasciare Melania per quella data. Ecco le parole di Ludovica: “Spero che tu abbia detto chiaramente al padre che questa settimana se ne devono andare.
Ieri ho anche litigato con mia madre per te, perché lei non crede che tu alla fine venga, perciò spero che mi eviterai almeno questa figura di m…a, perché altrimenti le nostre strade si dividerebbero senza scuse o ragioni”. Poi, l’ultimatum di Ludovica: entro il 23 aprile dovrà avvenire la rottura tra lui e sua moglie. Melania, come si sa, fu uccisa il 18 aprile, cinque giorni prima dell’ultimatum. Ma c’è un’intercettazione che secondo il padre di Melania è inquietante, quella del 12 marzo, quando Ludovica dice a Salvatore: “Non devi ammazzare nessuno: devi lasciare una persona che non ami”. Gennaro Rea, infine, mette l’accento sul fatto che Melania è stata trovata con i pantaloni abbassati, segno o che stava facendo la pipì o che, come pensano gl’inquirenti, stava per avere un rapporto sessuale con il marito. Ebbene, se è così, dice Gennaro Rea, il bacio di Salvatore è il bacio di Giuda che sta per colpirla a morte.
Noi non sappiamo se la ricostruzione degli inquirenti sia davvero quella giusta, lo dovrà stabilire una sentenza di tribunale. Pensiamo, però, che la decisione di Parolisi (o dei suoi avvocati) di avvalersi della facoltà di non rispondere, quindi di non confutare le ipotesi con motivazioni solide, al di là della dichiarazione di innocenza, rivela debolezza di elementi a suo favore. Lo scrivemmo già tempo fa: noi vogliamo sperare che sia innocente, ma se dovesse essere colpevole, sarebbe oltre che un delinquente un uomo da poco, perché se non amava più la moglie, non c’era bisogno di ucciderla, non c’era bisogno di ammazzare la madre di sua figlia, bastava semplicemente andare da un avvocato.