I DIECI “PUNTI” DEL VIMINALE PER LA SICUREZZA DI EXPO MILANO 2015
Si muovono sul “binario della prevenzione e del contrasto” i dieci impegni assunti dal ministero dell’Interno per la sicurezza, la legalità e la trasparenza dell’Expo Milano 2015, illustrati ieri mattina nella prefettura del capoluogo lombardo dal ministro e vice premier Angelino Alfano in occasione della firma del “Piano d’azione Expo Milano 2015 Mafia Free”, siglato insieme al presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, al sindaco Giuliano Pisapia, al prefetto Francesco Paolo Tronca e al commissario unico delegato dal Governo per l’Expo Giuseppe Sala. Presenti alla firma il capo di Gabinetto Luciana Lamorgese, il capo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza Alessandro Pansa ed i vertici nazionali delle Forze di polizia.
Oltre al potenziamento della presenza delle forze dell’ordine, grazie a nuove assunzioni rese possibili dallo sblocco del 55% del turn over e allo stanziamento nella legge finanziaria di circa 126 milioni in due anni da destinare alla logistica all’accoglienza e ai mezzi, il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica “si riunirà ogni due mesi qui in prefettura” ha annunciato Alfano, “per monitorare l’organizzazione e l’andamento delle attività dello Stato contro l’antistato”.
Altro punto centrale, il quarto, è il ruolo della Direzione investigativa antimafia (Dia), “che gestirà le attività info-investigative, ovvero monitoraggio dei flussi finanziari, white list e gestione informazioni”, il cui controllo – siamo al quinto punto – dovrà essere più veloce ed efficace, anche ai fini del rilascio delle certificazioni antimafia agli imprenditori. Inoltre, dovranno essere “più incisivi gli accertamenti che portano a decisioni prefettizie” e, passando al settimo “impegno”, sarà “favorita la circolarità informativa tra soggetti istituzionali, grazie ad applicativi informatici già approntati”, ha detto il ministro.
Si lavorerà poi per “incrementare l’accesso ai cantieri e i controlli”, per rafforzare “la cooperazione internazionale delle forze di polizia, perché al crimine che si fa internazionale si deve dare una risposta attraverso la collaborazione tra Paesi” e, infine, per favorire i controlli e le attività della polizia locale nei “territori dell’Expo”.
Con il Piano d’azione, dunque, concepito per rafforzare il contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli interventi legati alla realizzazione dell’evento, “per Expo si schiera una squadra forte e unita che si chiama Milano, che si chiama Italia, che si chiama Stato e si gioca tutti con la stessa bandiera, quella del nostro Paese”, ha dichiarato Alfano.
Quanto ai fondi, i 38 milioni per la logistica e gli altri 88 per “esigenze straordinarie connesse” al potenziamento delle Forze dell’ordine, sono stati stanziati per “un incremento della presenza delle forze dell’ordine che sia davvero percepibile, significativo e ragguardevole” ha spiegato il titolare del Viminale, che prima della firma del protocollo aveva visitato la gioielleria Frank Muller di via della Spiga, rapinata nel maggio scorso, per annunciare l’arresto dei colpevoli, 4 cittadini di origine romena.
Un risultato che, sommato oggi all’ordine di custodia cautelare nei confronti di Filippo Marcello Tutino – ritenuto il basista della strage di via Palestro (Milano, 1993) – per il quale il ministro si è complimentato con la magistratura, conferma il messaggio “lo Stato è più forte dell’antistato, è più forte di chi lo contrasta”, rilanciato da Alfano. (aise)