Soddisfazione per il Presidente di Confedilizia G. Spaziani, dopo una lunga battaglia a tutela della casa e contro le tasse che sarebbero state applicate. Il Governo è stato obbligato a fare marcia indietro e cambiare il testo che era già stato approvato. L’impegno del centro destra contro un’ulteriore salasso per i proprietari di casa sostenuto dal PD, ha dato i suoi frutti, vero è, che la riforma verrà attuata dal 2026 sotto chissà quale Governo, ma almeno non si avranno sorprese in merito.
Vediamo ora quali saranno le conseguenze, i pro e contro apportate dalla modifica
Sparisce l’art.6 sul catasto, qualsiasi riferimento ai valori patrimoniali, ovvero quelli che si usano per le compravendite. La discrepanza attuale tra prezzo di mercato e rendita catastale, premierà le case nel centro urbano, in particolare gli immobili di lusso, ma accatastate come case popolari a scapito delle case nella periferia.
Viene approvata la mappatura degli immobili, ma anche l’aggiornamento delle rendite, con criteri differenti, già oggi posti in essere dai Comuni che aggiornano i parametri catastali in base al mutare degli immobili, con un aggiornamento periodico affiancato a quello tradizionale.
Per quanto riguarda la cedolare secca resta al 10% per i canoni concordati, favorendo anche gli affittuari e contribuendo ad abbattere il fenomeno del mercato nero con un danno erariale enorme.
La vera stangata sarà per gli immobili fantasma, ovvero per i “furbetti” del catasto. L’Agenzia delle entrate ed i Comuni avranno nuovi strumenti sia digitali e tecnologici, per scovare le cosiddette case fantasma abusive o mal registrate e per i terreni edificabili classificati come agricoli. In base alle ultime ricerche si stima che gli immobili registrati dal catasto che poi spariscono nelle dichiarazioni dei redditi si aggiri sui 2 milioni e 1 milione quelle che non sono neppure censite, per queste la tassazione sarà molto pesante.
Dr. Paolo Gasparini