Nel 2011 il fatturato nel settore dell’albergheria e ristorazione è calato del 7 per cento
I risultati del 2011 presentati a Zurigo preoccupano Gastrosuisse, l’associazione del settore. Nonostante le entrate ammontino a 24,2 miliardi, cifra di tutto rispetto, il settore ha perso 1,9 miliardi rispetto al 2010. Il calo della domanda ha portato alla perdita di personale: 10.000 dipendenti impiegati sia a tempo pieno, sia a tempo parziale. Secondo il direttore di Gastrosuisse, Bernhard Kuster, i motivi del trend negativo sono: il risparmio sulle bevande nella ristorazione, il franco forte nel settore alberghiero, che ha provocato un crollo della domanda di turisti europei e l’innalzamento dei prezzi dell’1,5 per cento. Gli svizzeri vanno meno al ristorante e quando lo fanno, spendono meno. La spesa per le bibite è diminuita del 13 per cento per quelle che accompagnano il pasto, mentre del 22,3 per cento nei clienti che ordinano solo da bere. La spesa per i pasti è diminuita del 4,1 per cento. “Veramente drammatica” la situazione negli alberghi, ha affermato Kuster, che ha evidenziato aumenti nei pernottamenti fino al 54 per cento. Sono invece l’innalzamento dei costi dell’energia e l’aumento dei salari con il nuovo contratto collettivo la causa che ha portato a prezzi più alti nella gastronomia. Un altro tema di apprensione è il divieto del fumo. Secondo un sondaggio il 33,6 per cento dei 26.800 esercizi del settore riconosce un’influenza negativa del divieto sul fatturato. Per questo motivo il presidente di Gastrosuisse, Klaus Künzli è nei confronti dell’iniziativa della Lega polmonare, secondo il quale porterebbe un inasprimento della legge federale in vigore sulla protezione dal fumo passivo e limiterebbe la libertà d’impresa.
Künzli difende invece l’iniziativa popolare di Gastrosuisse sull’IVA, che chiede per le derrate alimentari vendute in un ristorante un’aliquota del tasso d’impostazione del 2,5 per cento, come quello del commercio al dettaglio, invece dell’attuale 8 per cento.
G.S.