In pieno clima di polemiche ha preso avvio ufficialmente oggi la campagna di vaccinazione della Svizzera contro il Coronavirus. Alcuni cantoni hanno già iniziato la somministrazione del vaccino tra il 23 e il 28 dicembre 2020, oggi si uniranno anche altri cantoni fino a quando si avrà la completa copertura di tutta la Svizzera. Quindi, la somministrazione del vaccino è compito dei singoli cantoni, ma, nonostante la strategia “mirata” di distribuzione del vaccino definita “vincente” dalla portavoce dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), Katrin Holenstein, non mancano le critiche che piovono aspre su come è stata gestita tutta la pandemia. Non solo il mea culpa giunto in questi giorni da parte del neo presidente della Confederazione Svizzera, Guy Parmelin, per come tutta la situazione sia stata sottovalutata dalla Confederazione, in questi giorni si discute soprattutto sulle esigue ordinazioni dei vaccini, che non risulterebbero sufficienti per tutta la popolazione.
Secondo una ricerca pubblicata dal SonntagsZeitung, infatti, la Svizzera ha effettuato le ordinazioni in ritardo e in scarse quantità, tanto da suscitare l’aspro commento dell’ex vicedirettore dell’Ufsp, Andreas Faller, per il quale la Svizzera “avrebbe dovuto correre un certo rischio ordinandone una quantità sufficiente per l’intera popolazione da ciascun produttore. Le persone muoiono, l’economia è danneggiata, ogni minuto è prezioso. È incomprensibile che l’UFSP abbia esitato così tanto”. Insieme a queste polemiche, pare che ci siano anche problemi di organizzazione per quanto riguarda la prenotazione degli appuntamenti. Ancora una volta da SonntagsZeitung emerge la segnalazione di un sovraccarico dei numeri telefonici e dei siti web che manderebbero in tilt l’intero sistema. Tutte queste problematiche non fanno che ritardare la diffusione del vaccino.
Come spesso accede, però, nonostante le evidenze, le fonti ufficiali rimbalzano le polemiche mostrando invece una situazione tutt’altro che critica, ma anzi assolutamente sotto controllo. Così l’UFSP alle critiche risponde che la Confederazione, a causa delle incertezze dovute allo sviluppo e alla disponibilità del vaccino stesso, ha affrontato la situazione attuando una strategia “mirata e diversificata”. “Siamo riusciti a firmare contratti con tre produttori di vaccini per ben 15 milioni di dosi – afferma Katrin Holenstein che evidenzia il fatto che la Confederazione ha puntato sui produttori giusti poiché – Pfizer/BionTech è stata approvata in Svizzera a dicembre, l’approvazione di Moderna è prevista per gennaio, e anche il terzo vaccino, di AstraZeneca, è in fase di revisione presso Swissmedic”. Nello stesso tempo, la Confederazione rassicura tutti confermando al più presto un sistema informatico più adatto per organizzare gli appuntamenti per vaccinarsi. Nonostante il piano strategico e mirato che la Confederazione elvetica definisce “vincente”, le critiche alla gestione svizzera della pandemia non mancano e sembrano essere piuttosto aspre. Un “piano” vaccinale colpito da “forti” critiche che, speriamo, riesca a trovare il più presto possibile una regolata e regolare soluzione!