Una pillola al pomodoro potrebbe aiutare a tenere a bada le malattie del cuore, ma in Italia sostengono che non si tratta di nessuna scoperta!
La notizia è recentemente apparsa sulla rivista Plos One, la rivista internazionale di letteratura medica e scientifica, e riguarda uno studio condotto da ricercatori della University of Cambridge, in cui è stato sperimentato un farmaco che avrebbe la capacità di proteggere da infarto e ictus i soggetti ad alto rischio, perché migliora la funzione circolatoria. Il segreto della pillola “antinfarto” è il pomodoro, anzi, per meglio specificare, l’estratto di pomodoro, il licopene, un antiossidante dieci volte più potente della vitamina E. È uno degli ‘ingredienti segreti’ della dieta mediterranea che vari studi hanno dimostrato essere protettiva contro infarto e ictus ed è lo stesso elemento che dona al pomodoro l’indistinguibile colore rosso. La ricerca ha valutato gli effetti della pillola, che andrebbe comunque assunta accanto ai farmaci tradizionali, su un campione di volontari con patologie cardiache e altrettanti volontari sani. Il parametro utilizzato è stato il flusso ematico dell’avambraccio, misura che prevede il rischio cardiaco futuro perché offre informazioni circa la salute dei vasi sanguigni che, quando si restringono, portano ad attacchi cardiaci e ictus.
Tra i partecipanti affetti da malattie cardiache la pillola al pomodoro ha migliorato il flusso sanguigno dell’avambraccio significativamente ma non ha avuto effetti sulla pressione e sulla rigidità arteriosa o sui livelli di grassi nel sangue. “Un trattamento quotidiano con pillola al pomodoro – ha spiegato Joseph Cheriyan, autore dell’indagine – non sostituisce le altre terapie ma può aggiungere benefici quando affiancato ad altri farmaci”. Questo interessante farmaco farà parte degli integratori e si chiamerà Ateronon. La sua caratteristica è che una sola pillola riesce a farci ingerire una quantità di licopene, il prezioso antiossidante, pari a quello che si potrebbe assumere mangiando 3 kg di pomodori. Secondo l’equipe di ricercatori dell’università inglese di Cambridge che ha condotto lo studio, basterebbe una sola compressa al giorno per assumere tanto licopene quanto quello contenuto in 3 chilogrammi di pomodori della variante “tangerine tomato”, coltivata anche in Italia.
L’integratore è mirato a eliminare gli accumuli di grasso nei vasi sanguigni, combattendo il colesterolo cattivo Ldl e prevenendo, di conseguenza, infarti e ictus. La sperimentazione su Ateronon è stata illustrata nel corso di un convegno a Londra: gli scienziati hanno fatto assumere una pasticca al giorno per 8 settimane a 150 volontari, riscontrando, alla fine del periodo di test, che nei soggetti del campione era quasi completamente stato eliminato il grasso nelle arterie e si era arrestato il processo di accumulo dei lipidi nel sangue. Certamente questi risultati incoraggianti vanno confermati in più ampi studi, che provino l’efficacia e la sicurezza del prodotto farmaceutico su molte più persone: lo ammettono per primi gli stessi ricercatori. Il dott. Peter Kirkpatrick, che condurrà altre ricerche su Ateronon all’Addenbrooke’s Hospital di Cambridge, ritiene che le nuove compresse anti-infarto potrebbero in futuro soppiantare le statine come rimedio chimico anti-colesterolo e contenendo solo sostanze naturali come il licopene, potrebbe in futuro essere venduto nei supermercati, aggirando le procedure più lunghe e complesse d’autorizzazione dei nuovi farmaci. I nutrizionisti italiani, però, non vedono una grande scoperta dietro questo studio e in generale sarebbero per lo più scettici.
Per Carlo Cannella, famoso nutrizionista dell’Università la Sapienza di Roma, gli integratori non servono a nulla da soli e, in associazione col cibo, hanno effetti trascurabili. Anche dal Centro di medicina Naturale, dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli, dicono “no, grazie” al pomodoro in pillole e, in un loro comunicato, dichiarano: “Il pigmento rosso abbondante nel pomodoro, così come in altri vegetali, è già presente in integratori notificati al Ministero. I ricercatori di Cambridge quindi non avrebbero inventato niente di nuovo affermando di aver tradotto in pillole i nostri pomodori. Di interessante c’è invece la ricerca che stanno conducendo, i cui risultati sono solo preliminari, circa la protezione di questo pigmento sull’insorgenza di malattie cardiovascolari. A noi certo fa piacere che siano stati utilizzati pomodori italiani per tale ricerca. Fanno invece meno piacere i toni trionfalistici, che preludono a sbocchi commerciali, con i quali è stata annunciata la “scoperta””. Il consiglio dei nutrizionisti rimane quindi quello di affidarsi ai prodotti così come la natura ce li offre; rispettare le classiche cinque porzioni di frutta e verdura fresche al giorno in grado di proteggerci dal colesterolo alto, dall’ictus, dall’infarto e dai più comuni danni cardiovascolari; consumare molti pomodori freschi, in insalata o in succo, certamente italiani che sono anche ottimi per la pelle, per la prevenzione dell’acne, per una migliore abbronzatura!