Artista italiano con tante passioni, Pino ci presenta un nuovo progetto portandoci alla scoperta di un mondo nuovo, una vicenda straordinaria raccontata con il cuore, ma anche cultura e storia
Visionario, romantico, incline al sogno e alle arti espressive: Pino Ambrosio, italiano in Svizzera, è davvero un’artista poliedrico ed impegnato. Intanto come cantante. Pino Ambrosio ha già pubblicato album con brani da lui eseguiti e che trattano temi di una certa importanza – spesso collaborando con il musicista e paroliere Cecco Lindo – e che trasportano il pubblico nella dimensione della riflessione come nel brano “Ragazzo di città” o il recente “L’Italia è anche mia” con gli arrangiamenti di Lino Lavista. Il suo amore per il cinema, invece, ha trovato concretizzazione nella sua attività di attore presso nella serie televisiva svizzera Lüthi und Blanc.
Ma la sua parabola artistica potrà concludersi solo con la realizzazione di un progetto, ambizioso certo, ma non impossibile per uno che, come Ambrosio, ci mette il cuore.
E questo progetto di cuore ne ha tanto perché attinge direttamente dal vissuto dell’autore, Ambrosio, infatti, non ha mai conosciuto il padre, un evento che lo ha segnato fortemente, tanto che costituisce la scintilla che ha fatto accendere in lui la macchina creativa. Il progetto di Ambrosio è diventato così il soggetto di un film. Con questo nuovo progetto Pino ci apre un mondo nuovo, una storia straordinaria, intriso di sentimento, ma anche di cultura e di storia di un passato che è ancora presente nel vissuto di tanti uomini e donne il cui destino è stato in qualche modo condizionato dalle vicende della guerra. Così l’artista calabrese, impegnato adesso nella ricerca dei finanziamenti per la realizzazione della sua opera, ha deciso di voler svelare qualcosa del suo progetto e sogno nel cassetto, che si rivela essere davvero intenso e coinvolgente:
Calabria. Durante le seconda guerra mondiale, un ragazzo ebreo preso in Grecia dai tedeschi, è condotto nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, ma riesce a scappare proprio momenti prima che i nazisti lo stavano caricando sul treno per portare lui e gli altri ebrei al campo di concentramento in Germania dove la sua morte sarebbe stata certa. Dopo un paio di giorni trascorsi nei campi in Calabria incontra una ragazza calabrese che lo accoglie in casa propria procurandogli così un nascondiglio e soprattutto la salvezza. Dopo alcuni mesi i due giovani ragazzi si innamorano e vivono un’intensa relazione, ma il destino però vuole che il ragazzo per sfuggire da una nuova cattura dai tedeschi, una notte è costretto a fuggire. I due non si incontreranno mai più e la sua ragazza si troverà da sola a crescere il figlio che portava in grembo. Quindici anni dopo, il bambino ormai cresciuto vuole sapere chi è suo padre, fu allora che la madre decise di raccontare di quella notte in cui suo padre è scappato perché ebreo. Qualche anno dopo il giovane ragazzo decide di trasferirsi in Svizzera e lavora come tassista in aeroporto (altro riferimento autobiografico). Passano gli anni, si sposa e avrà figli, ma non dimentica mai quello che ha saputo dalla madre, un elemento della sua esistenza che lo tormenta, che lo fa sentire incompleto: sapere del padre, delle sue origini, di che uomo era e che uomo è diventato è il segreto che tiene nel cuore. Ma una sera nel taxi il ragazzo, che ormai è diventato un uomo di quasi cinquant’anni, accogli un cliente, un vecchio uomo, che presto si rivelerà essere quel padre scappato dai tedeschi tanti anni fa, quel padre tanto desiderato.