Un’inchiesta di “Der Spiegel” sulla formula dell’amore duraturo
In tempi in cui un matrimonio dura meno – molto meno – di un frigorifero, i tedeschi hanno scoperto l’elisir di lunga vita per un’unione di coppia. L’inchiesta è stata condotta dal giornale “Der Spiegel” a partire da dati analizzati dall’Università di Monaco su un campione di 12 mila e 400 uomini e donne lungo un arco di tempo di ben 14 anni. Risultati? Beh, grosso modo sono cinque i punti che secondo i tedeschi costituiscono il cemento di una coppia e tra questi cinque non c’è la passione che ti fa percorrere 300 chilometri sotto la pioggia e considerare il viaggio un’impresa normale. No, la passione che acceca la mente e il cuore e che ti fa vedere nel partner il significato della vita, quello per cui daresti la vita stessa, è destinata a spegnersi presto, sempre che non ci siano altri aspetti che fortifichino il sentimento. C’è il detto che l’amore rende poveri, ed è vero, specie se ad essere innamorato pazzo è uno dei due e l’altro ci gioca. L’innamorato farebbe qualsiasi cosa che normalmente considererebbe come una stupidità, poi, quando si sveglia, capisce, ma è già troppo tardi. Dunque, ritorniamo ai tedeschi, i quali più che inventato hanno in realtà riscoperto i fondamenti del buon senso, quello che appunto viene meno quando ci si innamora follemente.
E dunque la prima regola per tenere salda e viva un’unione è… ma sì, proprio lei, l’amicizia. Quando tra due persone regna l’amicizia, quella vera, quella per cui si evitano le liti, si hanno le stesse idee, sono assenti l’invidia e il disprezzo, magari ci si conosce da anni, si hanno le stesse abitudini o magari non troppo diverse e quindi armonizzabili, ebbene, allora l’amore ha la possibilità di durare a lungo, magari per tutta la vita e anche oltre, nel senso che l’altro è diventato a tal punto parte di sé che, con la sua scomparsa, ci si sente monchi, al punto da seguirlo quasi contemporaneamente o poco dopo. È successo per esempio a coppie famose come Giulietta Masini e Federico Fellini o, più recentemente, a Raimondo Vianello e a Sandra Mondaini. Dunque, l’amore solido si ha quando si hanno comunanze di vedute, abitudini, caratteri. Poi c’è la seconda regola, che non è vera e propria matematica, anzi, spesso è esattamente il contrario: i figli a volte al posto di cementare l’intesa, la distruggono. In genere, questo succede quando i punti che uniscono sono solo apparenti o meno numerosi di quelli che dividono, perché normalmente i bambini accrescono la solidità della coppia. E veniamo alla terza regola, che riguarda le somiglianze. In filosofia esiste la dialettica degli opposti, che in fondo si attraggono. Prendiamo i fascisti e i comunisti. Sono opposti, nemici, ma in realtà li accomuna (anche se queste cose appartengono ad una cultura passata e sepolta dalle macerie della storia) l’insofferenza verso chi la pensa diversamente, verso la libertà, eccetera. In amore, spesso, si dice che gli opposti si attraggono. In fondo, si cerca nell’altro ciò che non si ha e che completa. È vero, però c’è un fatto: gli opposti che si attraggono per passione e per forza di sentimento o per attrazione fisica sono proprio coloro che ritornano ad essere opposti. I tedeschi hanno dimostrato nella loro inchiesta che i valori comuni possono sfidare gli anni e le avversità, la passione folle, da sola, non regge e si tramuta in inimicizia, specie se emergono le differenze e i difetti ed altri lati spigolosi del carattere. Siamo giunti così alla quarta regola, che è una constatazione: le lunghe discussioni su tutto e su tutti, specie quando si tratta di psiche, rapporti interpersonali, atteggiamenti, eccetera, in una parola quel vezzo tutto intellettualistico di discutere tutto, magari per affermare il proprio punto di vista e farlo digerire in un modo o in un altro (con la dialettica, con le capacità individuali, la cultura) al partner. Ebbene, questo vezzo può danneggiare la durata del rapporto. Il che non vuol dire che non si debba discutere: quel che conta è come e con quale spirito si discute, se per prevaricare o per un dialogo reale, costruttivo, quindi per uno scambio reale. Torniamo sempre allo stesso punto: la solidità di un rapporto, la sua durata, la sua positività dipendono da tanti fattori che hanno a che vedere più con il carattere e la disponibilità a pensare più al “noi” che all’“io”. Infine, l’ultima regola: il sesso. Che conta molto, diciamoci la verità, ma da alcuni decenni viene sopravvalutato, al punto da considerarlo il fattore più importante. Non è così. Il sesso è il punto di congiunzione di tante piccole cose che uniscono e creano quell’atmosfera di coinvolgimento che noi chiamiamo amore che si esprime anche – non solo o unicamente – nel sesso. Intendersi sessualmente è un fatto indispensabile. Però se ci si intende sessualmente e non sul resto, l’amore e l’unione sono destinati a spegnersi; se, viceversa, si hanno interessi, abitudini, idee, in breve, comunanza di valori, allora quell’intesa si traduce anche in intesa sessuale. I tedeschi hanno fatto una grande scoperta? Certamente no, ma è bene che qualcuno, ogni tanto, intervenga per dire cose di buon senso, troppo spesso perse per strada.