Per gli adulti più anziani il movimento fatto a intervalli regolari è particolarmente importante perché consente di condurre più a lungo una vita autonoma senza l’aiuto di terzi o perlomeno di procrastinare il momento in cui si ha bisogno di sostegno. Le persone anziane dovrebbero fare il più movimento possibile, anche se a causa di disturbi vari non sono in grado di applicare integralmente quanto raccomandato. Si raccomanda di fare almeno due ore e mezzo di movimento per settimana sotto forma di attività quotidiane o sport di intensità almeno media (lieve acceleramento del respiro). La durata può essere accorciata a un’ora e un quarto se è di alta intensità oppure se abbinata ad attività di varie intensità: dieci minuti di moto ad alta intensità offrono gli stessi benefici di venti minuti fatti ad intensità media. Per gli adulti anziani l’accento è posto soprattutto sull’allenamento di forza ed equilibrio perché, precisa Miriam Hodel, responsabile della rete hepa.ch presso l’UFSPO, «questi due elementi sono decisivi per prevenire le cadute che specialmente in età avanzata possono avere gravi conseguenze».
Nel caso ideale più volte a settimana . Gli adulti dovrebbero fare movimento per almeno due ore e mezzo a settimana sotto forma di attività quotidiana o di sport a intensità almeno media. Nel caso ideale le attività vanno suddivise sull’arco di vari giorni così come finora si raccomandava di fare almeno trenta minuti di movimento durante cinque giorni della settimana. Verso la fine dell’età scolastica i giovani, oltre alle attività quotidiane, dovrebbero fare almeno un’ora di allenamento al giorno a intensità medio alta (leggera sudorazione e respirazione accelerata). I bambini dovrebbero fare più di un’ora di movimento al giorno scegliendo delle attività motorie e sportive di vario tipo. «Le raccomandazioni sul movimento corrispondono ai dati scientifici d’avanguardia e sono adeguati a livello internazionale», spiega Miriam Hodel. «La revisione è stata fatta sulla base di vari studi internazionali come le raccomandazioni applicate negli Stati Uniti e in Australia o quelle emanate dall’Organizzazione mondiale della sanità OMS».