Sull’iniziativa a favore delle “6 settimane di vacanza per tutti” i cittadini svizzeri si pronunceranno alle urne l’11 marzo
Dopo oltre 25 anni i lavoratori svizzeri potrebbero avere più tempo libero per sé e per le loro famiglie. “Si tratta di un importante passo avanti nella conquista di un mondo del lavoro più sano e di una migliore qualità della vita”, ha spiegato Martin Flügel, presidente del sindacato Travail Suisse, all’origine del testo, “il lavoro domina sempre di più la vita e fa ammalare più spesso”. L’iniziativa dovrebbe permettere di fronteggiare meglio il sempre maggiore stress presente nel mondo del lavoro. Secondo la Segreteria di Stato dell’economia tutto questo lavoro in più, spesso stressante, incide sulla sanità, e comporta spese sanitarie per circa 10 miliardi l’anno. I promotori dell’iniziativa hanno presentato alla conferenza stampa di venerdì 13 gennaio a Berna il grafico, che mostra chiaramente che in 25 anni l’aumento dei salari è stato del 4,3 per cento, mentre l’incremento di produttività è stato del 21,5 per cento, cinque volte tanto. Un divario da compensare con più giorni di vacanza. Secondo la consigliera nazionale socialista Josiane Auber è giunta l’ora che i dipendenti beneficino dell’incremento di produttività. Per i promotori, le due settimane di vacanza da aggiungere alle quattro minime attuali è senz’altro sopportabile per l’economia. La norma attuale, dicevamo, prevede quattro settimane minime di vacanza, cinque fino all’età di vent’anni, ma è vero anche che alcuni contratti collettivi vanno anche oltre. Josiane Aubert (PS) ha ricordato che il 41 per cento dei lavoratori ha un contratto collettivo e non tutti garantiscono le sei settimane di vacanza. I lavoratori privi di una convenzione collettiva sono tra i più penalizzati e sono proprio loro ad aver bisogno di maggior riposo. “I lavoratori devono risparmiare le forze poiché la vita professionale non è uno sprint ma una maratona”, spiega ancora Martin Flügel.
Il comitato aggiunge che il 20 per cento degli uomini oltre l’età di 55 anni riceve una rendita d’invalidità e il 40 per cento dei prepensionamenti anticipati “involontari” è per motivi di salute. Le sei settimane sono da offrire in modo graduale. Un anno dopo l’approvazione l’iniziativa richiede che tutti i lavoratori usufruiscano di almeno cinque settimane di vacanza retribuite. Dopo si dovrebbe aggiungere ogni anno un giorno di vacanza per arrivare alle sei settimane nel 2018. Il comitato interpartitico del no intorno ai partiti borghesi (UDC, PLR, PPD, PBD, PVL) fa quadrato, ed è sostenuto da Economiesuisse, dall’Unione padronale Svizzera e dall’Unione svizzera delle arti e mestieri, Usam. Alla sua conferenza stampa il comitato si è detto preoccupato per l’iniziativa, che provocherebbe un incremento del costo del lavoro stimato intorno ai 6 miliardi di franchi l’anno. Philipp Müller (PLR) ha affermato che a rischiare di indebolirsi sono le piccole e medie imprese (PMI) a causa del franco forte e della crisi europea, e ha aggiunto: “Più gli effettivi sono ridotti, maggiori sono i problemi per assicurare la sostituzione del personale in vacanza”. Sul piano internazionale la Svizzera rischierebbe di vedersi compromessa la competitività. Per gli avversari l’iniziativa manca il suo proposito: il rischio è che lo stress non diminuisca. Anzi: bisognerebbe svolgere lo stesso lavoro ma in meno tempo, “ci sarebbe quindi più lavoro prima e dopo le vacanze”, ha affermato Hansjörg Hassler (PBD). Oltre a ciò la Svizzera non presenta, come affermato dagli iniziativisti, un deficit di vacanze, visto che il diritto svizzero alle vacanze corrisponde meglio a quello tedesco o italiano. Secondo un sondaggio (Institut Demoscope) se la votazione si tenesse ora, l’iniziativa sarebbe approvata dal 57% dei votanti. I fautori dell’iniziativa dovranno però combattere contro il parere sia del Parlamento che ha respinto il testo in entrambe le Camere, sia del Consiglio federale, che si è dichiarato contrario. Un’iniziativa simile “Für faire Ferien” che prevedeva cinque settimane di vacanza per i dipendenti cantonali è stata respinta dai cittadini zurighesi lo scorso novembre. Gaetano Scopelliti