Privacy e sicurezza affrontato all’interno del provvedimento sulle intercettazioni già in esame in commissione: il Dl antiterrorismo, vediamo di cosa si tratta
Secondo le fonti dell’agenzia stampa Reuters, il premier Renzi ha ottenuto lo stralcio della norma che “consente di frugare nei computer dei cittadini” dal decreto legge antiterrorismo del 19 febbraio scorso. La norma facilita l’ingresso da remoto nei pc e nei profili social privati da parte della polizia nel quadro di misure penali di rinforzo del contrasto al terrorismo internazionale, dopo gli attentati di Parigi. “Un tema delicato e importante che riguarda diritti, privacy e sicurezza, che verrà affrontato in maniera più complessiva all’interno del provvedimento sulle intercettazioni già in esame in commissione (alla Camera)”, ha proseguito la fonte.
Nel decreto antiterrorismo approvato in Commissione “abbiamo previsto la possibilità da parte dell’autorità giudiziaria di accedere ed eventualmente spegnere i siti web attraverso i quali si veicola un messaggio di radicalizzazione violento”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Questo – chiarisce il ministro – perché i social sono utilizzati dai terroristi per il reclutamento”, con il decreto l’autorità giudiziaria potrà entrare nei telefonini o nei personal computer per controllare l’attività da ‘remoto’. “È una possibilità di indagine già prevista per reati di terrorismo. Visto che ci sono questi scambi informatici tra terroristi – rimarca il ministro – occorre aumentare la penetrazione”.
Il ministro Alfano ha anche parlato di squadre speciali anti-Is: “il nostro servizio d’analisi antiterrorismo è molto avanzato. I nostri uomini sono ben formati. Ma vogliamo che siano ancora più formati, stiamo facendo dei corsi d’addestramento per avere delle squadre ad hoc che si specializzino anche nell’emergenza antiterrorismo, un pronto intervento qualificato sul territorio”. Di una “grande confusione nel governo sul decreto antiterrorismo” ha parlato il capogruppo Sel Arturo Scotto: “prima approvano norme molto discutibili sul piano della privacy, poi si affrettano ad approvare un emendamento di Sel che stralcia il controllo ‘da remoto’. Non si possono utilizzare le norme contro il terrorismo per spiare tutti e bypassare la doverosa tutela della privacy”.
“L’Europa apprezza questa pausa di ripensamento perché su queste materie così delicate non si può legiferare sull’onda emotiva o dell’emergenza. Se da un lato dobbiamo permettere agli organismi investigativi di usare strumenti avanzati, dall’altro l’ambiguità nella legislazione non è tollerabile”. Lo ha affermato il garante della privacy dell’Unione Europea, Giovanni Buttarelli, commentando la decisione del governo di stralciare dal ddl antiterrorismo le norme che permetterebbero di utilizzare programmi per acquisire da remoto le comunicazioni e i dati presenti nei computer. “L’attuale segretario di Stato americano – ha ricordato Buttarelli – anni fa si espresse in maniera veemente contro il clip chip che era stato ideato dall’amministrazione Clinton nel ’93 ma che non è stato mai adottato su larga scala ed è stato abbandonato nel ’96”. “Il domicilio telematico che abbiamo – ha sottolineato Buttarelli – è un domicilio sempre più tutelato a livello europeo. Non possiamo – ha concluso – prevedere un sistema per cui anche per reati banali si mette il naso nelle case delle italiani”.