Il Partito socialista (PS) farà maggior ricorso al referendum per contrastare la destra in Parlamento. Christian Levrat intende restare presidente fino al 2019
Sono tempi duri e difficili in Parlamento per il PS e la sinistra in generale. In Consiglio nazionale, l’Unione democratica di centro (UDC) è il maggior partito e insieme agli altri partiti borghesi, PLR e PPD, può ottenere variabili maggioranze. I socialisti vedono poche possibilità d’intervento nei processi decisionali sui dossier più importanti (“Strategia energetica 2050” e la riforma “Previdenza vecchiaia 2020”) e di conseguenza cambiano la strategia per questa legislatura. “In dubbio pro populo”, sarà il motto del PS, ha dichiarato il presidente Christian Levrat, “se ci saranno dubbi, chiameremo in causa il popolo”. Gli errori sarebbero corretti con i referendum. Per Levrat la nuova maggioranza di destra punta su “una politica clientelare” e fa “esplodere i budget dell’esercito, dell’agricoltura e delle strade”, e delibera “tagli alle spese per formazione e pensioni”, ed elargisce “regali fiscali ai ricchi, alle imprese e ai contadini benestanti”.
Il PS non starà dunque a guardare e attuerà un’opportuna politica di opposizione. Il battagliero Levrat vuole restare in sella fino alla fine della legislatura, nonostante le deludenti elezioni federali dello scorso ottobre e le personali sconfitte interne. Levrat è stato sconfessato anche all’interno del partito: La sua proposta di un secondo spazio economico europeo è stata respinta dai delegati, che hanno deciso di sostenere il referendum contro la legge di sorveglianza delle telecomunicazioni contro la volontà del presidente e hanno scelto con Roger Nordmann un capogruppo avverso a Levrat. L’obiettivo è dunque di ricompattare i ranghi per il prossimo quadriennio e sarà Levrat a rappresentare il nuovo corso di “un’opposizione costruttiva”, che cercherà di raggiungere dapprima soluzioni in Parlamento per evitare il mezzo del referendum. Di conseguenza Levrat si ricandiderà, insieme a tutta la dirigenza del partito, alla prossima assemblea prevista per dicembre. Il vento è dunque veramente cambiato, se il PS timbra come un potere rivoluzionario la nuova maggioranza. Ma la retorica di lotta nasconde soprattutto l’impotenza dei socialisti di trovare alleanze con i partiti di centro, che nella passata legislatura hanno fatto la fortuna del PS in Parlamento.
Screzi e divisioni per il centrodestra si avranno quando si affronteranno la riforma della politica dell’asilo così come gli accordi bilaterali con l’UE e solo in politica europea il PS avrà speranze di alleanze con PLR e PPD. Un giudizio sul successo della nuova strategia del PS è difficile. Oltre al blocco con i borghesi ci sono gli esiti sempre incerti dei referendum. Forse migliorerà la mobilitazione della base, ma non aiuta la realtà che in quasi tutta Europa i partiti socialdemocratici sono in crisi.
Gaetano Scopelliti