Arrestato il governatore della Liguria Toti: “74mila euro in cambio di favori”
Un nuovo caso sconvolge la politica italiana a meno di un mese dalle elezioni europee. Dopo mesi di indagini da parte della Guardia di Finanza, ieri è scattato l’arresto per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. L’accusa è di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, accusa che gli comporta gli arresti domiciliari, insieme ad altri 9 destinatari di misure cautelari che rientrano nell’inchiesta che avrebbe coinvolto circa 25 indagati. Le accuse sono contenute nelle oltre 600 pagine dell’ordinanza emessa dal Gip di Genova Paola Faggiani al termine delle indagini della Guardia di finanza.
Secondo gli inquirenti Toti avrebbe accettato dagli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli “le promesse di vari finanziamenti e ricevuto 74.100 euro” per il tramite del Comitato Giovanni Toti. In cambio dei finanziamenti, il Governatore ligure avrebbe agevolato e trovato soluzioni per favorire gli imprenditori Spinelli. Ma non solo, l’inchiesta coinvolge anche la mafia, in modo particolare il clan mafioso dei Cammarata di Riesi poiché il capo di Gabinetto di Toti Matteo Cozzani – accusato per questo di corruzione elettorale aggravata – avrebbe fatto in modo di assicurare i voti dei 400 riesini residenti in Liguria. Si sono invece aperte le porte del carcere per l’ad di Iren ed ex presidente dell’Autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini con l’accusa di corruzione, secondo gli inquirenti, per garantire il suo intervento riceveva dagli imprenditori soldi cash, soggiorni extralusso a Montecarlo, gioielli, borse griffate e fiches da puntare al Casinò.
L’indagine dunque ruota intorno ad affari poco chiari che riguarderebbero richieste di denaro, esigenze elettorali, espansione imprenditoriale, spiagge, supermercati e aree portuali della Liguria.
“Siamo Tranquillissimi” è l’unica dichiarazione di Toti intercettato dai giornalisti mentre viene portato dalla Guardia di Finanza ai domicili nella sua abitazione genovese in via XII ottobre dopo averlo prelevato a Sanremo, dove si trovava.
“Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito all’indagine genovese. “Per me ogni cittadino italiano è innocente fino a prova contraria a Bari, a Torino, a Genova e ovunque” ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini. Sulla stessa linea il Ministro della Difesa Guido Crosetto dice “Bisogna capire. Sono garantista, come lo sarei per Emiliano o per un governatore del Pd”. “Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio. Lo sono per le persone di area del centrodestra che possono essere coinvolte come per quelle di area del centrosinistra. Sono convinto che Toti farà di tutto per dimostrare la propria innocenza, l’estraneità alle accuse che lo riguardano. Voglio essere ottimista e fiducioso per lui”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Mentre a destra vige il garantivismo assoluto, a sinistra i toni sono diversi e invocano le dimissioni imminenti: “Se confermate, le accuse disegnano un quadro di gravità inaudita. Un sistema corruttivo e un rapporto con la criminalità organizzata che arriva ai vertici di governo della Regione. Sono una garantista ma quando le accuse sono così gravi c’è l’opportunità politica di fare un passo indietro, per rispetto delle istituzioni” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein ospite del programma televisivo che conclude: “Sarebbe doveroso dimettersi”.
Redazione La Pagina