“Quanto sta accadendo a Coccaglio, paese in provincia di Brescia, assume aspetti drammatici ed estranei ai valori democratici della nostra Repubblica. Un’operazione della durata di ben due mesi che passa casa per casa degli immigrati per i quali è in scadenza il permesso di soggiorno, che emargina e mette all’indice non dei criminali, ma povere persone che in Italia lavorano e pagano come e più degli altri la crisi economica in cui si dibatte il Paese”. Lo afferma in una nota Gennaro Martinelli, coordinatore Nazionale Polizia Locale Fp Cgil. “È triste, dover verificare che l’operazione e lo stesso nome scelto ‘White Christmas’ – scrive Martinelli – vedano protagonista la Polizia Municipale. Il tutto sa d’intolleranza e di una feroce indifferenza verso la sofferenza delle persone, come ben testimonia la scelta del periodo e del nome dell’operazione. Da anni abbiamo segnalato la pericolosa china che stava caratterizzando le politiche in materia di ‘sicurezza’ e di Polizia Locale; una politica fai da te, un attivismo sempre crescente di sindaci sceriffi, ronde ed un depotenziamento del ruolo della Polizia Locale stanno segnando un degrado crescente del tessuto sociale”.
Ma Coccaglio non è l’unico paese in cui si discute di immigrazione e si da vita ad iniziative che dividono l’opinione pubblica prestandosi a strumentalizzazioni varie. A San Martino dell’Argine, piccolo paese in provincia di Mantova, manifesti affissi sui muri cittadini invitano i cittadini a denunciare i clandestini al sindaco. “Chiunque fosse a conoscenza della presenza sul territorio comunale di immigrati clandestini è pregato di comunicarlo con tempestività al sindaco, all’ufficio di polizia municipale o all’ufficio anagrafe del comune per i necessari atti conseguenti. Grazie per la collaborazione”, si legge alla fine del manifesto, firmato dall’amministrazione comunale, che riporta un paio di articoli e relative pene del decreto sulla sicurezza. Tutte iniziative che, in particolare per il periodo prefestivo in cui sono state assunte, hanno alzato un gran polverone con conseguenti dibattiti e accuse di razzismo a sindaci e cittadini dei paesi interessati.
Certo “la strumentalizzazione di certa stampa” (a detta del sindaco di Coccaglio) e le relative esagerazioni non aiutano, ma proprio le dichiarazioni del primo cittadino (obiettivo: “Far piazza pulita”) e dell’assessore alla Sicurezza (“Natale non è la festa dell’accoglienza ma della tradizione cristiana”) di certo non aiutano a placare le polemiche circa l’opportunità di mischiare “il sacro al profano”. Sembra che il nome ‘White Christmas’ sia stato scelto proprio perché l’operazione scade il 25 dicembre: fino ad allora, infatti, i vigili andranno casa per casa a suonare il campanello di circa 400 extracomunitari per controllare la scadenza del loro permesso di soggiorno.
Ed intanto il centrodestra torna a spaccarsi sul tema dell’immigrazione. Bossi boccia i progetti di legge di Fini sulla cittadinanza e sul voto agli extracomunitari: “Gli immigrati devono essere mandati a casa loro – dice – non c’è lavoro neanche per noi”. Un “anatema” che non piace a Fini perché, spiega, “una battuta liquidatoria non risolve il problema”. Lo scontro tra i due evidenzia una divisione più ampia all’interno del Pdl. Da una parte i ‘finiani’, cofirmatari di un progetto di legge per estendere il diritto di voto alle amministrative agli extracomunitari in Italia da almeno cinque anni; dall’altra chi, come il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, definisce “inaccettabile che alcuni colleghi abbiano presentato un ddl con esponenti dell’opposizione, senza che la proposta sia contenuta nel programma di governo”. Il provvedimento è quello illustrato a Montecitorio da Veltroni, Perina, Orlando e Rao, deputati di Pd, Pdl, Idv e Udc. “Ci sono temi sui quali è naturale che persone con idee diverse possano convergere” dice Veltroni. La Perina respinge le critiche di “inciucio” rivoltele dal ‘Giornale’ e invita a “superare gli schemi”. Più netta la replica ‘preventiva’ di Fabio Granata, finiano, cofirmatario anche del ddl sulla cittadinanza: “Neanche ‘scudo fiscale’ e privatizzazione dell’acqua – dice – erano nel programma di governo”.
La richiesta di cambiare la legge sulla cittadinanza arriva poi dalla rete nazionale di figli di immigrati ‘G2-Seconde generazioni’ in un appello alla Camera con Granata e Andrea Sarubbi (Pd), cofirmatario della proposta di legge. Ma le iniziative dei finiani non piacciono nel Pdl. Riccardo Mazzoni le definisce “comiche finali” e Isabella Bertolini ricorda come ci siano “ben altre priorità per il Paese”. Il colpo più duro però è di Bossi. “Restiamo della nostra idea – dice – gli immigrati devono essere mandati a casa loro”.
Replica Fini: “Spero che sull’ipotesi di una sorta di ‘ius solis’ temperato si riesca a ragionare senza anatemi. Si deve agire su legalità e integrazione. Con la stessa convinzione con cui ho firmato una legge che porta il mio nome chiedo alla politica di occuparsi dell’altra faccia della medaglia”. Sul tema interviene anche il Pd contro il quotidiano leghista ‘La Padanià’ che “indica ai suoi lettori in maniera minacciosa i parlamentari che hanno firmato la legge “Veltroni-Perina” (“segnatevi questi nomi” è scritto in prima pagina, mentre all’interno sono pubblicate le foto): “Articoli come questo – dice Vinicio Peluffo – sono delle vere e proprie istigazioni all’odio”.
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