Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat e ideatore della truffa che ha portato al crac dell’azienda emiliana, truffa che ha ridotto sul lastrico numerosi risparmiatori, è stato costretto a restituire l’onorificenza di Cavaliere del lavoro, ma non è l’unica persona che ha fatto una fine ingloriosa dopo essere stata insignita di una medaglia.
Anche l’inglese Simon Ford, pompiere, ha ricevuto una medaglia d’oro e se ancora non gliel’hanno ritirata, prima o poi anche lui dovrà restituire il riconoscimento a suo tempo ottenuto.
Simon Ford, dicevamo, è un pompiere quarantenne inglese che il 7 luglio del 2005 fu tra i primi coraggiosi soccorritori in Tavistock Square, dove un autobus saltò in aria in seguito all’attentato compiuto da un kamikaze, provocando la morte di 13 persone e il ferimento di molti altri feriti.
Per quella sua audacia e per quel suo atto di coraggio, Simon fu citato come uno degli eroi che in quella giornata aveva meritato una medaglia d’oro, ricevuta niente meno che dalle mani del capo di Scotland Yard.
Ma Simon non era un semplice pompiere, aveva una doppia vita: di giorno pompiere e di notte trafficante di droga.
La medaglia d’oro, in fondo, non era gran che per uno che amava la bella vita, macchine di lusso, donne e tanti sogni di una esistenza da fiaba.
Tanto è vero che la polizia l’ha ritrovata nel suo rifugio di campagna, non distante dal mare, nella contea del Surrey e di Chertsey, a circa 30 chilometri da Londra, coperta di polvere e soprattutto sepolta da circa 110 chilogrammi di droga distribuita in tanti panetti avvolti nella carta plastificata e impermeabile.
I poliziotti, quando Simon è stato scoperto, non volevano credere ai loro occhi, ma si sono dovuti arrendere all’evidenza.
L’umiliazione delle istituzioni, però, è stata talmente bruciante che per due anni il fatto è stato tenuto nascosto.
Lo si è saputo solo recentemente, quando il tribunale ha emesso la sentenza e l’identità di Simon Ford è venuta alla luce, insieme alla sua condanna a 14 anni di prigione.
La polizia, in realtà, era alle calcagna di un signore arabo-israeliano che amava viaggiare in Ferrari e in Bentley, con targhe personalizzate, pieno di soldi. Il suo nome è Eyad Iktilat. Una volta agganciato, il play-boy era stato pedinato e in uno dei pedinamenti è stato intercettato con il nostro eroe pompiere. Pedina oggi, pedina domani, gli incontri sono diventati periodici, quindi non casuali, il che ha allarmato le forze dell’ordine che lo hanno messo sotto osservazione costante.
Per farla breve, c’era un’organizzazione di criminali che provenienti dalla Colombia e che portavano droga in Inghilterra (e non solo).
La droga arrivava via mare e veniva scaricata al largo, dove dei trafficanti andavano a recuperarla con i gommoni.
Dal largo, la droga veniva portata verso la spiaggia e scaricata in mare ad una decina di metri dalla costa.
Simon, con un complice, andava poi a recuperarla dal fondo del mare e la trasportava in macchina al suo rifugio di campagna, indisturbato, perché non dava nell’occhio.
La droga, poi, un po’ alla volta veniva portata in macchina a Londra, in un locale nei pressi della stazione di Paddington, sotto le insegne della “Royal Oak Taxis”, dove avvenivano gli scambi e i pagamenti.
I soldi, in sterline, erano poi subito cambiati in euro, con biglietti di grosso taglio per evitare il peso delle borse e così venivano lavati, riciclati e investiti in azioni, terreni, ville, fuoriserie e barche.
La droga veniva spacciata a Londra.
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