Il Governo svizzero non ritiene necessario un altro intervento legislativo
Nel rapporto pubblicato la scorsa settimana, il Consiglio federale giunge alla conclusione che “la libera circolazione delle persone, e con essa l’immigrazione, ha contribuito ad accrescere il potenziale di sviluppo della Svizzera e a stabilizzare la crescita economica e l’occupazione degli ultimi anni”. In più il governo ha già preso disposizioni per migliorare le misure di accompagnamento all’Accordo sulla libera circolazione delle persone. Il testo è stato redatto in risposta a un postulato di Walter Müller (PLR/SG), che chiedeva di analizzare gli esiti nelle regioni di confine. Poiché “l’economia ha sfruttato le maggiori possibilità di reclutare personale all’estero” nelle regioni di confine la concorrenza sul mercato del lavoro è aumentata. Di conseguenza nelle zone con una forte presenza di frontalieri – Lemano, Svizzera nordoccidentale e Arco giurassiano – la disoccupazione è leggermente cresciuta. L’esperienza degli ultimi sette anni ha dimostrato che le misure di accompagnamento “garantiscono una tutela efficace e completa”, afferma il governo. In settembre il Consiglio federale ha posto in consultazione un progetto per migliorare la lotta contro gli pseudo indipendenti e sull’obbligatorietà di salari minimi nei normali contratti di lavoro, dato che in alcuni settori ci sono margini di miglioramento. In ottobre, al contrario del Consiglio federale, la Commissione della gestione (CdG) del Consiglio nazionale era giunta alla conclusione che le regioni di confine sentono oltremodo la pressione salariale. La CdG aveva criticato oltretutto il Consiglio federale, poiché ritiene che la circolazione delle persone non abbia portato a una pressione salariale e che le misure di accompagnamento siano efficaci.
Gaetano Scopelliti