Il capo del Dipartimento delle finanze, Ueli Maurer, ha rivelato un imminente risparmio aggiuntivo di 50 milioni di franchi nell’amministrazione federale. Da 300 a 400 i posti di lavoro a rischio
“Non posso giudicare gli altri Dipartimenti”, ha dichiarato il ministro Maurer alla radiotelevisione della Svizzera tedesca (SRF) “ma nel nostro potrebbero rendersi necessari licenziamenti”. È una situazione economica peggiore, rispetto alle tranquillizzanti affermazioni circa interventi di austerità, che era stata presentata nel mese di dicembre e che non prevedeva licenziamenti. Maurer rassicura che non si tratterà di “un’ondata di licenziamenti, ma d’interventi puntuali”. La situazione appare più seria del previsto: i risparmi a lungo termine si scontreranno con i previsti aumenti salariali e di conseguenza non si potrà sopportare con lo stesso numero di personale. Maurer non ha reso noti cifre e numeri delle soppressioni, perché il Consiglio federale dovrà decidere in merito come intervenire, ma ha incontrato i responsabili degli uffici federali del suo Dipartimento per discutere una manovra di risparmio di 50 milioni di franchi. I risparmi toccheranno anche il Parlamento federale (1.6 milioni) e i gruppi parlamentari avranno il 10% in meno di soldi per le assunzioni.
Alle dichiarazioni del ministro delle finanze sono seguite quelle dei sindacati. Il sindacato Transfair ha accusato Maurer di “fare marcia indietro dopo aver promesso che i risparmi non avrebbero causato licenziamenti”. Il presidente del sindacato Stefan Müller- Andermatt pretende dal ministro di “dire la verità al Parlamento e comunicare dove ci saranno i tagli previsti e quali posti di lavoro saranno soppressi”. Di opinione opposta al ministro delle finanze, Barbara Gysi, presidente dell’Associazione del personale della Confederazione (APC), preoccupata per la situazione critica del personale federale. Già in passato la Confederazione ha provveduto a tagli di posti di lavoro. “Oggi il limone è spremuto al limite e molti posti di lavoro vengono lasciati vacanti e non rimpiazzati” ha descritto la situazione Gysi “la realtà è drammatica e le ulteriori soppressioni non potranno essere assorbite dalla normale fluttuazione del personale”. A rimetterci saranno le prestazioni, che si ridurranno con i risparmi: diminuiranno la sicurezza e la velocità del disbrigo delle istanze e saranno ostili all’economicità. A farne le spese saranno gli impiegati federali. Secondo Gysi, “il personale è motivato, leale e lavora molto, ma mette a rischio la propria salute”. Le condizioni di lavoro non devono essere ulteriormente peggiorate e dopo tre anni senza miglioramenti dei salari, la Gysi chiede “la fine delle misure di risparmio”. Nel mese di gennaio è previsto un incontro tra le associazioni del personale, per discutere sulle misure da prendere. Gysi non esclude anche lo sciopero. In primavera proseguirà il dibattito sul pacchetto di risparmio e l’APC teme nuovi tagli e peggioramenti delle condizioni di assunzione. “Ci sarà ancora un aumento della pressione sul personale”, ha detto Gysi “contro la quale lotteremo con veemenza”.
Gaetano Scopelliti