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21 November 2024
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Post-verità sul conflitto Russia Nato III (la fine dell’autonomia europea)

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In una delle sue ultime interviste Giulietto Chiesa, sosteneva che il 90% della gente non sa nulla di quello che succede nel mondo. “Qualcuno mi dice che la gente non vuole sapere spesso, ma come mai non vuole sapere? Non è vero, ma mancando un confronto sulle idee vede solo un mondo, come fa a decidere? Quindi la gente non chiede o non si interessa, perché non sa”. Molti eventi da lui pronosticati sono in piena trasformazione, ma il Ministero della Verità o mainstream che si occupa di propaganda e informazione, camuffa i dati, dà la linea, in una sorta di Minculpop di mussoliniana/staliniana memoria, tipico degli stati totalitari. Per fare un esempio, mentre veniva censurato ed emarginato Dostoevskij, di cui pochi hanno mai letto una sola riga, la pornografia russa continuava ad imperversare nei siti specializzati, ciò ad indicare che le differenze culturali tra “Occidente” e Russia sono del tutto immaginarie. Con una visione unica della realtà, noi plebe spiazzati sul da fare, separati e in apprensione sul futuro buio e incerto, il risveglio avverrà dopo, quando la gente si scontrerà con il dramma di una società ormai irreversibilmente cambiata. Vi invito muniti di audacia e curiosità alla mia terza parte sulle Post-verità.

De-dollarizzazione e multipolarismo La Russia congiunta con la Repubblica Popolare Cinese, ha firmato la legge sul nuovo Concetto di politica estera che guiderà la sua diplomazia negli anni a venire. Questo nuovo ordine post-Guerra Fredda, attribuirà maggior peso nelle istituzioni internazionali e alle nuove potenze economiche emergenti, con rispetto delle loro diverse culture e soluzioni di governance. La Russia e gli altri paesi BRICS non hanno mai cercato di colonizzare l’Africa e il resto del pianeta, al contrario di un Occidente che per secoli ha saccheggiato e sfruttato per i propri interessi il continente più ricco di risorse naturali. Supponendo da parte dell’occidente, più conoscenza della lingua latina, il termine “aggressione” russa, che significa “avvicinarsi”, è del tutto inappropriato. Mentre se rivolto verso la Nato ha più senso. Con l’ordine multipolare in ascesa di cui i BRICS sono l’incarnazione, il processo di de-dollarizzazione dell’economia internazionale è in corso e i paesi africani e non solo, riusciranno gradualmente a spezzare le catene del neocolonialismo occidentale. In questo nuovo fronte multipolare, in Africa le potenze occidentali vengono progressivamente estromesse e la Francia sarà sempre più un relitto del passato. In Asia e Mediorientevolendosi liberare dai ricatti occidentali, si segue una via di modernizzazione indipendente, coscienti che tra qualche anno l’arma delle sanzioni avrà valore zero, e potrebbero invertirsi i ruoli. La Cina è cosciente che un crollo o un eccesso di difficoltà per Mosca sarebbe un pericolo per loro, che sarebbero i prossimi. Quindi fino a che converrà a entrambi, insieme stanno e insieme cadono. Le nostre classi dirigenti e diplomatiche, si autoconvincono di essere ancora negli anni ‘90, quando l’Occidente si illudeva di dettare la storia e di essere il gendarme del pianeta. I noti camerieri dell’élite, per opportunismo, ignorano, i numerosi accordi presi dalla Cina e Russia in Medioriente, Brasile, India ad altri paesi candidati per aderire alla BIRCS o come membri della SCO (L’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai). Molti si chiedono quando Pechino adempierà al proprio destino di potenza globale, cosa dobbiamo aspettarci da un paese che ancora proseguita la repressione sistematica delle minoranze, imprigionamenti di massa e torture e persecuzioni per chi dissente contro il governo? Verremo anche noi educati con il sistema di credito sociale? In questo scenario di inquietanti cambi epocali, un nuovo sistema di sicurezza internazionale, richiederà un negoziato con una nuova visione, una diplomazia educata ed empatica che comprenda i movimenti storici e le costrizioni geopolitiche dell’altro. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno buone ragioni per abbandonare la loro politica dichiarata di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario, dubitando che la controffensiva dell’Ucraina produrrà grandi guadagni, a meno che i neocon deliranti continuino a superare in astuzia i realisti a Washington di continuare la guerra a tutti i costi. L’inizio del conflitto NATO Russia è un punto di svolta fondamentale dell’economia, che avrà molte conseguenze durature, come un’accelerazione del passaggio a un sistema finanziario globale bipolare, fondato sul dollaro e sul renminbi, la valuta di scambio cinese. Le lotte sociali che stanno attraversando l’Europa raccontano di un continente in subbuglio. Nonostante si tenti di ripristinare il conflitto di classe, vi è un rifiuto di considerare allarmanti le condizioni dello stato sociale attuale. Si rivendicano da parte del centrosinistra neoliberale i diritti civili di una minoranza (LGPTQ+), sottraendo sempre più quelli sociali della maggioranza, senza considerare la progressiva uscita di scena degli investimenti pubblici a favore della speculazione privata per i servizi alla persona e l’abbandono delle politiche industriali. La povertà aumenta per le fasce più deboli e vengono negati sussidi e flessibilità, argomentando che i conti pubblici non lo consentono, ma poi si trovano miliardi di euro per sostenere gli interessi USA in Ucraina, attraverso le sanzioni boomerang contro Mosca e l’invio di armi a Kiev. Se l’attuale conflitto economico e culturale con la Cina, si trasformerà in conflitto bellico, assisteremo a un ulteriore impoverimento e isolamento del vecchio Continente e non servirà scendere in piazza, incollarsi nelle strade o imbrattare le opere d’arte, il dado è tratto. In questo imperialismo “la nazione scelta da Dio” alla conquista dell’Europa, il dispotismo si palesa tramite la ricerca del consenso delle massonerie e delle élites che governano, ossessionate dall’identità di genere e dal renderci tutti uguali. Negando le naturali differenze tra gli umani, i controllori chiedono costantemente ai parlanti un linguaggio che ha scelto di eliminare colori, etnie e religioni. Come nella trama di Orwell “1984”, il Ministero dell’Amore si occupa della sicurezza interna attraverso la sua psicopolizia e della conversione di chiunque abbia comportamenti devianti rispetto al credo del regime. Non cerco tortuosi sentieri per spiegare il conflitto in corso, ma è esattamente questo il fondamento politico e metafisico dettato dal “deep state” (FBI, CIA, apparato militare-industriale, grandi lobby finanziarie e industriali) del Politically Correct, della Cancel Culture, dei movimenti Woke e Gender: Pochi pastori e un gregge omologato e annullato nell’ azzardare impervie vie del dissenso e ignaro di cedere giornalmente un po’ del proprio potere di acquisto e a venire della nostra proprietà privata. Hegel la chiamava “coscienza infelice”, in cui l’infelicità nasce dalla consapevolezza della propria mutevolezza e dal desiderio di immutabile, che però è sentito come irraggiungibile e richiama il rapporto servo-padrone.

Segue la cronistoria del conflitto Russia-NATO.

Terza fase della guerra (fine estate – autunno 2022). Successo della controffensiva ucraina. Escalation politica e militare russa: annessione di quattro oblast del Donbass e bombardamento degli obiettivi a doppio uso militare e civile. In questa guerra di manovra e d’attrito, le forze russe si attestano nel Donbass, occupando quasi il 20% dell’intero territorio ucraino e schierandosi su un fronte di 1.500 km. Il dispositivo militare ucraino si riorganizza, amplia la mobilitazione richiamando i riservisti ed estendendo la coscrizione obbligatoria fino ai 60 anni e viene rifornito di nuovi armamenti occidentali. Maggiore coinvolgimento di personale di comando NATO e strutturazione delle funzioni ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), rafforzano le forze ucraine distrutte dopo mesi di conflitto. La controffensiva ucraina ha successo e i russi devono arretrare su tutto il fronte, ripiegando più o meno ordinatamente. Il governo Russo propone la mobilitazione parziale di 300.000 riservisti, e delle industrie militari, che lavoreranno su tre turni di otto ore. Bombardamento degli obiettivi a doppio uso militare e civile. Una volta consolidato il fronte, si decide l’escalation militare, in cui viene colpita la rete elettrica ucraina e in generale le infrastrutture ferrovie, fabbriche, depositi di materiale militare e civile, risparmiando i civili. Ciò provoca ovviamente “danni collaterali”, vittime civili colpite per errore dai suoi missili e dal fuoco contraereo ucraino. L’Ucraina per mantenere vivo il conflitto, dipende sempre più dall’appoggio occidentale costretto a inviare costantemente truppe di mercenari insufficienti o impreparate. Da noi la propaganda di guerra rinnova l’ammirazione per la loro capacità di resistenza e di una vittoria certa. Come per l’operazione Barbarossa, l’alto Comando NATO non considera le risorse strategiche attuali della Russia, e la sua capacità a lungo termine di generare nuove forze maggiori per concludere vittoriosamente la guerra. Continuano i proclami che la Russia starebbe per terminare le sue scorte di missili, proiettili d’artiglieria e dell’efficacia devastanti delle sanzioni.

Alcuni comunicati stampa del Consiglio dell’UE:

  • Il Consiglio decide di stanziare 5 miliardi di EUR supplementari per l’assistenza all’Ucraina link
  • Vertice dei leader sulla sicurezza alimentare globale link
  • Il G7 condanna i referendum della Russia in Ucraina e la UE l’annessione illegale russa in Ucraina
  • Misure per ridurre i prezzi dell’energia e la violazione delle sanzioni all’elenco dei reati dell’UE link

Le azioni dettate dal consiglio UE, verranno accettate da tutti gli stati membri, senza alcuna seria discussione parlamentare. Tutti questi accordi e decisioni storiche avvallate da tutta la stampa occidentale, lasciano spazio alle nuove puntate della serie “noi contro il resto del mondo” animate dalla gloriosa democrazia ucraina. Segnalo i fatti più gravi che hanno contribuito all’escalation costante del conflitto. Sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, il noto giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh (vincitore del Premio Pulitzer) ha pubblicato un’ampia documentazione sull’accaduto che invito a leggere, nonostante la CIA e i media occidentali parlino di cospirazione oscurando ogni tentativo di approfondimento. Venne poi l’assassinio del negoziatore ucraino accusato dai servizi polacchi di essere con Mosca, poi l’assassinio mafioso della figlia di Alexander Dugin da parte dei servizi ucraini. Merita un approfondimento la strage di Bucha, che il Messaggero in data 9 aprile 2022 descrive così. “Si aggrava il bilancio delle vittime civili di Bucha. Sarebbero 360, compresi almeno 10 bambini, scrive la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova su Telegram. Nella cittadina del nord del Paese secondo i sopravvissuti c’era il quartier generale del leader ceceno Kadyrov. Denisova aggiunge che i russi hanno sparato in faccia alle persone, bruciato i loro occhi, tagliato parti del corpo e torturato a morte adulti e bambini. «Non riesco più a piangere», ha detto il presidente ucraino Zelensky. La mia ricostruzione è ben diversa, anche se esiste sempre il dubbio che vi sia una zona grigia da considerare. Nei primi giorni di guerra, gli Stati Uniti e i loro alleati “bloccarono” la mediazione tra Russia e Ucraina a opera di Naftali Bennet ex primo ministro israeliano che stava portando frutti (vedi interista su YouTube). Gli asseriti orrori di Bucha furono quindi una messinscena creata ad arte per rendere impossibile il negoziato? Il NYT pubblica il video che confermerebbe l’avvenuta strage. Sono immagini satellitari che mostrerebbero i corpi dei cadaveri in strada, nella stessa posizione in cui li avrebbero poi ritrovati i liberatori, confermando la veridicità della loro versione. La fonte di questo video, proviene da un network di aziende che, si può affermare con certezza, lavorano in stretta collaborazione col Pentagono. Sempre il NYT, il giorno precedente la denuncia delle atrocità russe annuncia che “soldati ucraini del battaglione Azov hanno camminato attraverso i resti di un convoglio militare russo nella città di Bucha, recentemente liberata”. Si scopre così che nel sobborgo è arrivato per primo il famigerato battaglione neonazista, che quindi non si limitava a presidiare Mariupol, come spiegato dai media per minimizzare la rilevanza di tale armata. Il sospetto di una messa in scena è evidenziato dalle foto dell’orrore, visionandole una per una, i corpi non mostrano i segni di una evidente decomposizione, come dovrebbe essere per dei cadaveri lasciati alle intemperie per giorni, oltre 20 per quelli ripresi dai satelliti. Il giornale ucraino la Pravda dava notizia che “le forze speciali della polizia nazionale hanno avviato un’operazione per ripulire il territorio della città di Bucha”. Queste forze controllano ogni cortile e rifugio, comunicano con le persone e forniscono assistenza ai residenti locali”. Le fotografie dell’articolo mostrano che i residenti camminano per le strade, nonostante l’operazione speciale della polizia, addirittura abbracciando uno di loro. Nulla compare dell’eccidio né, nel filmato che accompagna l’articolo, si vedono cadaveri stesi in strada, nonostante fossero ovviamente la prime cosa da mostrare. Un’ipotesi fantasiosa, ovviamente è che nell’opera di “pulizia” sia stato giustiziato magari successivamente dall’Azov, qualche civile considerato traditore per una qualche convivenza con gli occupanti. Ciò spiegherebbe i morti recenti. Una ricostruzione credibile è ardua e passa per la quantità di video e foto contestati da ambo le parti. Il portavoce del ministero degli esteri russo Zakharova, ha affermato non solo che i soldati russi al momento del massacro avrebbero già lasciato la città, ma anche che i video sarebbero stati ordinati dagli Stati Uniti per screditare “l’operazione speciale”. Chi condurrà la cosiddetta indagine veramente indipendente e politicamente neutrale e non come abbiamo visto nel caso del sabotaggio al Nord Stream 2? In conclusione, agli ucraini converrebbe fermarsi per riorganizzare e rinforzare le riserve, in vista di controffensive future. In una guerra d’attrito, il tempo lavora per la potenza con le maggiori risorse strategiche, e l’Ucraina può sperare di vincere soltanto con un’abile, aggressiva e rapida guerra di manovra (Blitzkrieg). Si era detto che l’Ucraina sarebbe stata per Mosca un nuovo Afghanistan, mentre sta diventando tale per gli Stati Uniti e le sue colonie con il loro fumoso ma lucroso sostegno a Kiev. Per quanto possa sembrare cinico, gli affari esigono che la guerra continui. Allo scopo, non sono importanti né l’Ucraina in quanto stato né la loro corrotta dirigenza. I burattini neonazisti rappresentano soltanto figure sempre rimpiazzabili, secondo le richieste degli “alleati”. E il popolo ucraino e la nazione? I primi pagano per questo e per quelli e la seconda è la vittima della grande partita e la sua eliminazione, fa gola anche ai suoi “alleati” confinanti. La distruzione dell’Ucraina è la condizione dello sviluppo della Polonia. Ripercorrendo gli interventi Usa nel mondo, la storia si sta ripetendo in Ucraina, in cui si prospetta un nuovo totalitarismo che la nostra vulgata propagandistica proclama “democratico”. Ultima chicca di controinformazione: Ucraina: armi e rimborsi gonfiati. Per molti paesi europei, la guerra in Ucraina è stata un’occasione unica per rimodernare e rafforzare il proprio arsenale bellico. Pochi sanno che buona parte degli investimenti sostenuti per l’ammodernamento degli arsenali di questi paesi sono a carico di Bruxelles, ovvero dei contribuenti. Vi è di più, come la dichiarazione (censurata) di Seymour Hersh sul mercato nero delle armi all’Ucraina. Sembra che vari comandanti e altri, ricevono carichi di armi e li rivendono personalmente o li mandano al mercato nero. Nel suo interessante libro Fabio Mini “L’Europa in guerra” conclude con questa frase lapidare. “Al prossimo processo di Norimberga, sul banco degli accusati per i crimini di guerra e contro la Pace ci saranno senz’altro coloro che avranno perduto la guerra, ma non sarebbe male che una volta tanto ci fosse anche qualche rappresentante di chi l’ha vinta e l’intera schiera di chi non ha fatto nulla per impedirla”. Inclusi tutti i servizi d’informazione, ormai braccio armato di un sistema di polizia del pensiero sponsorizzato dallo Stato (aggiungo).

Mario Pluchino

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