La povertà non è solo un termine che si usa per chi economicamente non sta bene, la povertà si manifesta anche nella solitudine. All’udienza generale in piazza San Pietro, Papa Francesco ha ricordato un episodio di quando era arcivescovo di Buenos Aires e visitava una casa di riposo per anziani: “Ho chiesto ad una signora: come sta? Come stanno i suoi figli? Bene. Vengono a visitarla? Sì, sempre. E quand’è stata l’ultima volta che la sono venuta a visitare? A Natale. Ed era agosto… Otto mesi senza una visita dei figli – ha proseguito Jorge Mario Bergoglio nella catechesi che, continuando un ciclo sulla famiglia, ha dedicato agli anziani – questo si chiama peccato mortale, capito?”. “Se non impariamo a trattare bene gli anziani, così ci tratteranno noi”, ha detto il Papa. Gli psicologi e scienziati sono sicuri: “La solitudine è contagiosa, chi si sente solo lo trasmette ad altri, è un ciclo senza fine”, spiega John Cacioppo, psicologo dell’Università di Chicago. La solitudine sarebbe infine un segnale biologico come la fame o la sete che risale ai tempi in cui dipendeva dalla fiducia negli altri se si sopravviveva. Secondo diversi scienziati inoltre riconoscere se qualcuno è solo è importante perché la solitudine può causare tante malattie psichiche ma anche fisiche che, a lungo andare, possono portare ad una fine precoce della vita.
Ulteriori risultati di diversi studi sulla solitudine degli anziani dimostrano che nella media le persone si sentono soli 48 giorni all’anno, avere un amico solo aumenta il numero di questi giorni di 14 giorni, d’altra parte un amico riduce la solitudine di 2 giorni all’anno. La solitudine e l’abbandono degli anziani aumentano, eppure gli anziani ci danno così tanto. “In Italia – spiega il presidente AMI, Associazione Matrimonialisti Italiani, Gian Ettore Gassani – compongono la terza età circa 12 milioni tra uomini e donne con età uguale o superiore a 65 anni. Anziani che non solo non vengono adeguatamente supportati dalle strutture e dalle politiche sociali, ma che addirittura sovente si trovano nella condizione di dover (ri)aiutare i giovani della propria famiglia”. Dalle statistiche emerge infatti il “vertiginoso aumento di figli ultra maggiorenni che, in seguito a separazioni e divorzi, tornano a vivere nella propria famiglia originaria chiedendo ospitalità e mantenimento ai propri genitori anziani”. Il fenomeno ha riguardato al 30 marzo 2008 “circa 500 mila figli con unioni fallite alle spalle”.
Ed è di questo che anche Papa Francesco ha parlato: “Gli studiosi in Occidente”, ragiona il Papa, segnalano che “i figli diminuiscono e i vecchi aumentano, questo sbilanciamento ci interpella, anzi, è una grande sfida per la società contemporanea, eppure – denuncia Bergoglio – la cultura del profitto insiste a far apparire gli anziani come un peso e una zavorra: non solo non producono, ma sono un onere, ma è brutto vedere gli anziani scartati è cosa brutta ed è peccato”. E una società in cui manca la “gratuità” è “una società perversa”.