Il prelievo di organi destinati al trapianto continuerà ad essere possibile solo in caso di consenso esplicito del donatore o dei suoi famigliari
Approvando giovedì scorso la revisione parziale della legge in materia, il Consiglio Nazionale ha scartato – con 168 voti contro 67 – la proposta di introdurre il modello del “consenso presunto” che autorizza l’espianto in assenza di un esplicito rifiuto.
La Confederazione occupa ancora agli ultimi posti a livello europeo per quanto riguarda la donazione di organi con 14,4 donatori per milione di abitanti. “I bisogni però sono in continua crescita e fino a due persone a settimana muoiono in attesa di organi idonei al trapianto”, ha spiegato Marina Carobbio (PS/TI) a nome della minoranza della commissione. Introducendo il sistema del “consenso presunto”, cioè considerando tutti i cittadini potenziali donatori se non hanno esplicitamente affermato il contrario, “si rafforza quindi la riflessione individuale sulla donazione, garantendo nel contempo ad ognuno il diritto di disporre del proprio corpo; ciò non costituirebbe una donazione automatica”, ha aggiunto. Per la maggioranza, però, questo modello non garantirebbe un incremento del tasso di donazione di organi.
I dati sulle donazioni
A 500 persone è stato donato un organo nello scorso anno, ma nonostante questo, la Fondazione Swisstransplant dichiara che ancora sono troppo pochi. Secondo quanto ha comunicato Swisstransplant 117 persone hanno donato uno o più organi dopo la morte, mentre 124 persone, chiamati donatori viventi, hanno donato un rene o una parte del proprio fegato. Sarebbe grazie all’importazioni di organi dall’estero che 504 pazienti hanno ricevuto un organo, ma la lista d’attesa è lunga, 1’370 persone aspettavano un organo d’importanza vitale alla fine del 2014, 61 persone in lista d’attesa sono morte nel 2014. Swisstransplant ha comunicato che queste persone necessitavano soprattutto un cuore, un polmone o un fegato. La Svizzera, nonostante la quota di donatori di 14,4 per milione di abitanti, circola sugli ultimi posti in Europa, dichiara Swisstranplant accennando a come nei paesi vicini come la Francia, l’Italia e l’Austria ci sarebbe il doppio di donatori. Non mancherebbe inoltre la disponibilità “Dalle collaborazioni strette con adolescenti sappiamo che più dell’80% dei giovani tra 16 e 25 anni sono favorevoli alla donazione di organi”, commenta il capo di Swisstranplant Franz Immer.
Un gruppo di scienziati ha analizzato perché in confronto agli altri paesi la Svizzera ha un numero talmente basso di donatori di organi, considerando come si svolge la decisione dei parenti quando il desiderio del deceduto non è conosciuto. Per lo studio sono stati esaminati i dati sui decessi del POD, monitoraggio di donatori di organi potenziali su 76 reparti cure intensive, dal 1 settembre 2011 al 31 agosto 2012. La rivista “PLOS One” ha pubblicato il seguente risultato: in 137 casi i parenti hanno approvato la donazione, mentre in 129 casi l’hanno respinta, inoltre sarebbero più cittadini svizzeri che hanno approvato, mentre stranieri domiciliati in Svizzera rifiutano più spesso. Un altro risultato è che in Ticino e in Romandia la donazione veniva approvata di più.
I ricercatori hanno sottolineato quanto sia importante il momento della richiesta, i parenti avrebbero approvato più frequentemente se veniva chiesto prima dell’accertamento della morte cerebrale. Anche se per legge i parenti possono essere confrontati con l’argomento solo dopo l’accertamento, sarebbero stati spesso loro a chiedere. Influirebbe inoltre a chi viene chiesto. Sarebbero più i genitori ad approvare una donazione, meno il coniuge o altri parenti, i ricercatori presumono che i genitori trovassero conforto nel fatto che la morte del proprio figlio possa risultare in questo modo positiva. Sarebbe anche importante non mettere i parenti sotto pressione, la donazione sarebbe approvata più spesso se c’è un certo tempo tra la morte cerebrale e la richiesta di donazione.