Massimo Giuseppe Bossetti è il presunto mostro che ha ucciso la 13enne di Brembate. Sembra avviarsi a conclusione la misteriosa vicenda di Yara, anche se in ogni caso, non si può mai parlare di lieto fine
La storia di Yara, la tredicenne di Brembate di sopra ritrovata morta dopo tre mesi dalla sua misteriosa scomparsa, potrebbe finalmente giungere a conclusione con il ritrovamento del colpevole. Si chiama Massimo Giuseppe Bossetti il 44enne accusato di essere il presunto assassino di Yara. A dirlo con certezza è il riscontro del dna di Massimo Giuseppe Bossetti con quello di “Ignoto 1”, come era stato chiamato il possessore del sangue ritrovato sugli abiti della ragazza. Ma come sono risaliti a Bosetti ha davvero i tratti di un thriller, ed a volte è così difficile costatare come la realtà crudele riesca a superare i confini della fantasia.
La triste vicenda di Yara, infatti, sembrerebbe essere legata ad una vicenda personale e intrigata che risale a molti anni addietro, che neanche la mente di uno dei più fantasiosi sceneggiatori di giallo avrebbe potuto fare di meglio.
Quando Yara scomparve, il 26 novembre 2010, sembrava proprio che la ragazza si fosse dissolta nel nulla durante il breve tragitto di 700 metri che dalla palestra in cui pratica ginnastica ritmica porta a casa. Per tre mesi le ricerche non hanno portato a niente, poi il corpo è ritrovato in una campo a Chignolo d’Isola, ad una decina di chilometri da Brembate (Bergamo). Le indagini appureranno che è stata uccisa sul posto, colpita da alcune coltellate e morta anche per il freddo. Dai controlli degli investigatori isolano una traccia di dna maschile sugli slip della ragazza che, a differenza degli altri tre già esaminati, non sarebbe suscettibile di contaminazione casuale, sarà chiamato “Ignoto 1”. Sarebbe il dna dell’assassino. Si mette in funzione una macchina investigativa che non ha eguali vengono esaminati migliaia di profili genetici per risalire ad “Ignoto 1”. Nel settembre del 2012 si apre uno spiraglio nel caso di Yara: viene estratto da una marca da bollo su una vecchia patente il dna di Giuseppe Guerinoni, di Gorno sposato e padre di due figli, morto a 61 anni nel 1999 simile a quello trovato sul corpo di vittima. Comparando il dna dell’uomo con quello del nucleo famigliare dell’uomo, non si arriva a nulla, nasce così l’ipotesi che possa esistere un figlio illegittimo. Da una testimonianza si arriva a scoprire che l’uomo circa 40 anni fa ebbe una tresca amorosa con una donna che rimase incinta. Sarebbe l’uomo nato dalla relazione clandestina di Giuseppe Guerinoni l’assassino di Yara Gambirasio. È nella zona di Gorno, dove nel 1991 è morto l’autista, che si concentrano le ricerche e si cerca la donna che ha avuto la relazione con lui. È in questo modo che i carabinieri risalgono a d Ester Arzuffi, 67 anni, è lei la madre del killer di Yara. La compatibilità con il dna delle tracce biologiche trovate sul corpo di Yara ha immediatamente indirizzato i carabinieri sul figlio della donna. A questo punto mancava solo l’ultima conferma, attraverso l’analisi del dna di Bossetti. Fermato per un normale controllo stradale e sottoposto ad alcoltest con l’etilometro è risultato che la compatibilità con il sangue trovato sugli slip della ragazza fosse inequivocabile. Massimo Giuseppe Bossetti è l’assassino di della 13enne di Brembate. Ad incastrare Bossetti però non è solo il dna, il cellulare di Bossetti è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, nell’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. Quindi l’uomo si trovava proprio lì, in un raggio di spazio sufficientemente circoscritto, nel momento in cui Yara veniva ammazzata. Inoltre sul corpo di Yara e nelle vie respiratorie della ragazza, sono state trovate delle polveri di calce, per questo motivo sin da subito le ricerche si sono concentrate nel mondo dell’edilizia e Bosetti è muratore.
“È stata un’indagine faticosissima, ma ogni giorno qualche tassello andava a completare il puzzle”’, ha detto Letizia Ruggeri, pm titolare dell’indagini sul caso Yara. “Non avete idea di quanta fatica è stata fatta in un’indagine a elenchi, con nessun testimone e ben poche telecamere funzionanti. Nei primi mesi è stato un incubo”. Bossetti dopo essersi chiuso in silenzio, adesso si dichiara innocente dicendo di non essere colpevole, anche se non sa spiegare come il suo sangue sia finito sugli indumenti della ragazza e per quel giorno non ha nessun alibi. A convalidare la sua tesi, la madre che nega di aver avuto alcun rapporto con Guerinoni “Per gli investigatori è così”, ovvero che Massimo è figlio di Giuseppe Guerinoni, ed è Ignoto 1, il presunto killer di Yara, “per me no – spiega Ester -, al cento per cento. Non sono mai stata con Guerinoni. A meno che il mio cervello non abbia resettato tutto, questa è la verità”. Con Guerinoni, sostiene la donna, “era solo una conoscenza”.