Uno studio dell‘Università di San Gallo sul contratto tra le generazioni lancia l’allarme
Alla presentazione dello studio l’Istituto di economia delle assicurazioni dell’Università di San Gallo ha comunicato che “Il fardello pesa sempre più sulle spalle dei giovani e rimette in discussione il contratto tra le generazioni”. Secondo la ricerca entro il 2030 si potrebbe formare un buco di 110 miliardi di franchi a carico delle generazioni future, se non si avranno fondamentali riforme. La cifra si ottiene sommando l’ammanco prevedibile di AVS (55,5 miliardi) e previdenza professionale (54,7 miliardi). I calcoli dello studio hanno messo in evidenza che lo scambio tra generazioni si evolve sempre più a sfavore dei giovani, penalizzati non solo nella previdenza professionale obbligatoria, ma anche nell’assicurazione malattia e infortuni.
I giovani saranno sempre più minacciati dal deficit e nei prossimi vent’anni sempre più sollecitati. La ricerca evidenzia che per tenere a bada l’evoluzione negativa dell’AVS, si dovrebbe aumentare l’età pensionabile di tre anni. Nel settore AVS si contano oggi tre attivi per un pensionato, ma nel 2030 saranno soltanto due. Gli autori hanno accolto favorevolmente l’annuncio di riforme di Alain Berset intenzionato a intervenire su AVS e 2° pilastro, prevedendo l’aumento dell’età di pensionamento delle donne da 64 a 65 anni. La riforma è ritenuta un passo avanti ma insufficiente a ristabilire la solidarietà generazionale.