Migliaia di manifestanti hanno affollato le vie di Zurigo, così come le altre città della Svizzera, per la consueta manifestazione del 1°maggio.
Al contrario degli anni precedenti,le manifestazioni si sono svolte senza particolari problemi, fatta eccezione per l’episodio che ha coinvolto la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, intervenuta a Zurigo. Partiti alle 10:30 dalla stazione centrale, i manifestanti si sono diretti verso Buerkliplatz dove erano previsti gli interventi della Calmy-Rey e del rappresentante del partito di sinistra tedesco, Gregor Gysi. Con striscioni rivolti al problema dei salari e delle paghe minime, alcuni dei partecipanti hanno contestato la presidente. Al grido di “Vattene, vattene” hanno disturbato la consigliera federale che in un primo momento ha dovuto interrompere il suo intervento. Scesa dal palco dove avrebbe dovuto pronunciare il suo discorso, Micheline Calmy-Rey ha espresso il suo disappunto sul comportamento della folla ma non si è data per vinta. Infatti, dopo una decina di minuti circa, la presidente si è presentata di nuovo al microfono ed è riuscita a concludere il suo discorso sulla giustizia sociale. In particolare, la presidente ha posto l’accento sulle precarie condizioni di lavoro e il continuo smantellamento sociale. Per quanto riguarda il problema dei salari, ha ribadito che è una cosa inaccettabile il fatto che negli ultimi anni i salari medio-bassi siano aumentati solo leggermente mentre si è continuato a pagare super bonus ai manager delle alte sfere.
Nel Nord Africa ci sono mobilitazioni di massa per la democrazia e i diritti sociali. A tal riguardo, la presidente della Confederazione auspica che anche in Svizzera i lavoratori protestino contro l’ingiustizia sociale.
Il politico Gregor Gysi, invece, ha esortato a vietare l’utilizzo del nucleare in ogni suo aspetto, in quanto l’atomo non può essere negativo se usato per le armi e positivo per l’energia: “La necessaria svolta energetica non deve però farsi a spese dei poveri”.
Ciò che è successo con la crisi bancaria non deve ripetersi con il cambiamento energetico. I costi quindi non devono essere a carico di chi guadagna meno. Parlando dei salari ha poi auspicato che anche in Svizzera sia introdotto per legge un salario minimo, il che garantirebbe stipendi più alti per tutti.
Parlando a circa 500 persone riunite davanti al Municipio di Thun, la consigliera federale socialista Simonetta Sommaruga ha sottolineato i punti di forza dell’accordo con l’Unione europea sulla libera circolazione delle persone e ha invitato a favorire l’integrazione degli stranieri piuttosto che ricondurre tutti i mali della Svizzera all’immigrazione.
L’Unione sindacale svizzera (USS) ha puntato il dito sulle disparità salariali che continuano ad aggravarsi. Il presidente Paul Rechsteiner, in un discorso tenuto ieri a San Gallo, ha chiesto di tornare alla politica salariale di qualche anno fa, “noiosa” e poco spettacolare, ma che portava risultati importanti, come la compensazione automatica del rincaro invece dei bonus. Ha poi ribadito la necessità di avere salari minimi e buoni contratti collettivi di lavoro.
A Basilea circa 1200 persone hanno partecipato oggi alla manifestazione dal tema “Una Svizzera solidale” dove ha preso la parola il presidente del partito socialista Christian Levrat che ha chiesto una politica in favore di tutti, come aveva fatto il giorno prima a Brugg (AG). “Non è possibile che una piccola élite economica sia l’unica a godere dei vantaggi della libera circolazione delle persone e della crescita economica”, ha detto Levrat.
In Ticino, sono stati circa un migliaio i partecipanti alla manifestazione del Primo maggio organizzata a Lugano dall’Unione sindacale svizzera, sezione Ticino.
Con il motto “Stop al dumping salariale e per un salario minimo garantito di 4’000 franchi” i dimostranti sono giunti in Piazza Manzoni dove erano previsti i discorsi ufficiali. In evidenza la questione della parità retributiva tra sessi: gran parte degli oratori sono infatti donne.
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