Dovrebbero aiutare contro la dipendenza dal fumo ma sono completamente innocue?
Il primo brevetto delle E-Cig risale al 1985 e fu commercializzato solo nel 2003 trovando un ottimo riscontro di consumatori. Gli studi effettuati negli ultimi anni sono però contrastanti.
Le sigarette elettroniche sono già state messe sotto accusa per il loro contenuto di materiali quali nichel, titanio, argento e cromo, sostanze sospese nel loro interno, il cosiddetto particolato. L’affermazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che dice “La sigaretta elettronica è e rimane una sigaretta” lascia domande aperte e dubbi sulla sua reale innocuità.
In particolare, secondo gli ultimi studi, ci si sofferma sui vapori che vengono emessi durante l’utilizzo, in gergo, lo svapo. Durante questa fase viene creata una nuova sostanza chimica, ancora da quantificare, che non compare nel composto dichiarato in etichetta ma che provoca irritazione alle vie respiratorie. A scoprire questo composto deleterio formato da solventi, sono stati i ricercatori della Duke University e in particolare Sven Jordt, professore di farmacologia, che sulla relazione pubblicata su “Nicotine and Tobacco Research” ha affermato: “I consumatori non hanno la più pallida idea di cosa si espongano quando svapano. Anche nel caso in cui sulle E-cig siano scritti i presunti ingredienti”. E continuando nello specifico, conclude: “La nuova sostanza chimica identificata va ad irritare le terminazioni nervose della gola, crea infiammazione cronica e ciò può portare ad asma e enfisema”.
Il funzionamento delle sigarette elettroniche è basato sul riscaldamento e vaporizzazione di composti, dai gusti diversi al palato, di glicerina, glicolo e di una percentuale variabile di nicotina. Il problema della non menzione in etichetta di ulteriori composti è data proprio dalla formazione a posteriori di queste sostanze nocive (chiamato acetale di aldeide PG) che si formano solo con l’accensione della sigaretta elettronica e che raggiungono le vie respiratorie.
Altri studi hanno comparato alcuni marcatori rilevati nell’aria, nel sangue e nelle urine prelevati da case e persone a contatto sia con fumatori della sigaretta tradizionale sia dei consumatori di sigarette elettroniche. Dal risultato delle analisi è emerso che chi è esposto al fumo di E-cig assorbe una quantità di nicotina sei volte minore rispetto a chi vive con i fumatori tradizionali. Sembrerebbe un buon risultato ma, anche se la riduzione è importante, non equivale ad eliminare completamente l’esposizione alla nicotina che, è nociva, a lungo termine, anche in quantità limitate.
A favore del consumo di sigarette elettroniche alcune ricerche sembrano, quindi, dimostrare una riduzione dell’esposizione a composti tossici e cancerogeni rispetto alle sigarette normali con la consapevolezza che l’E-cig sia solo un male minore rispetto al fumo classico. Un aiuto per abbandonare i danni peggiori che crea il fumo, certo, ma non completamente innocuo e salutare.
Affermazioni gravi, quindi, che fanno rimanere perplessi chi si affidava al consumo di queste sigarette per sconfiggere la propria dipendenza.