Il Consiglio federale ha approvato un’ordinanza che proibisce l’attività del gruppo jihadista e delle organizzazioni associate su suolo elvetico
I massacri compiuti in Siria e Iraq dalla milizia terroristica Stato islamico (ISIS) violano i diritti umani e in seguito all’inasprimento degli eventi nelle ultime settimane Berna ha deciso di agire, dopo che aveva desistito alcune settimane fa, emettendo un’ordinanza che vieta il gruppo islamico. L’ordinanza è entrata in vigore il 9 ottobre, è limitata a sei mesi e vieta, oltre alle attività delle organizzazioni in Svizzera, anche qualsiasi azione volta a sostenerle sul piano materiale come attività di propaganda o raccolta di fondi. Chiunque partecipi su territorio svizzero alle attività dei gruppi o delle organizzazioni vietate seguendo i loro obiettivi o agendo su loro mandato è punito con una pena detentiva fino a tre anni, o anche di più, in caso di accuse più gravi. L’ordinanza prevede anche una pena pecuniaria con la possibilità di confiscare i valori patrimoniali delle organizzazioni.
La Svizzera non conosce basi legali per un divieto di organizzazioni terroristiche e il governo ha deciso di ricorrere al diritto di emanare ordinanze o decreti federali in circostanze straordinarie, come il mantenimento degli interessi del paese o la tutela della sicurezza esterna, dell’indipendenza e della neutralità della Svizzera. Il ministro della difesa Ueli Maurer aveva già annunciato a fine settembre di voler fare richiesta di un divieto, ma solo come “misura preventiva”, perché non c’erano indizi che ISIS fosse attiva in Svizzera, nonostante il presunto arresto di tre membri iracheni di una cellula dell’ISIS reso noto dalla stampa. Oggi la misura risponde invece “a una minaccia concreta”, come ha sottolineato Maurer, che vede l’ISIS “come un pericolo anche per la Svizzera”. Inoltre la misura è “un atto di solidarietà per la comunità internazionale”. L’effetto del provvedimento non può o sarà comunque grande. Per il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) il gruppo terroristico è già vietato, poiché rientra nell’Ordinanza dell’Assemblea che vieta Al-Qaida e che il governo elvetico ha emanato dopo l’11 settembre 2001.
Dato che l’ordinanza è limitata (resterà in vigore fino all’8 aprile 2015) per il futuro serve un’altra soluzione. Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento della difesa (DDPS) di presentarne una che vieti “esplicitamente ISIS e le organizzazioni associate” dalla fine del 2014 e che riguarderebbe anche l’ordinanza su Al-Qaida, che termina a fine anno. Il governo non prevede comunque una regolamentazione a livello di legge, poiché i divieti a organizzazioni sono misure radicali, ma è disposto a discutere altre soluzione nel quadro della procedura della nuova legge sulle attività informative, strumento che rispecchia sostanzialmente il ciclo di intelligence.