La fine del “renzismo” ed il sogno delle nuove elezioni
Il governo Gentiloni sembra partire in salita. Tuttavia, le profonde divisioni dovute ai risultati della scorsa campagna referendaria non accennano a diminuire e ciò si riflette sui giudizi nei confronti del nuovo premier. Infatti, una buona parte di italiani si dichiara insoddisfatta ed include sia gli elettori dell’opposizione che quelli del Pd.
Del resto il nuovo governo nasce all’insegna della continuità con il precedente e le dimissioni di Renzi non sono bastate a dare l’impressione che si sia trattato di un vero cambiamento, ragion per cui l’opinione pubblica auspica un ritorno alle elezioni. Un sogno ancora lontano. Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sarebbe opportuno promulgare una nuova legge elettorale prima di indire le elezioni.
Tra i vincitori del referendum Massimo D’Alema, che sabato 28 gennaio radunerà i suoi comitati per il No a Roma per mettere in piedi una manovra alternativa al Pd. In un’intervista al Corriere della Sera afferma: «La caduta di Renzi è stata costruita da lui stesso. È stato lui a imporre con tre voti di fiducia una legge elettorale incostituzionale, per poi dopo tre mesi considerarla anche sbagliata. È stato lui a impostare il referendum come un grande plebiscito sulla sua persona; dopo un’esperienza di governo fallimentare».
Un’alternativa a Renzi, dunque, risulta essere fondamentale, perché altrimenti porterebbe inevitabilmente il centrosinistra a perdere le elezioni. Oltretutto, essendo stato bocciato dal voto referendario, dovrebbe lasciare definitivamente la politica.
«Bersani ha detto giustamente che bisogna individuare un nuovo segretario del partito e un candidato del centrosinistra alla guida del Paese; proprio perché il Pd non appare più in grado di esprimere una vocazione maggioritaria. Questo richiede una personalità capace di rimettere insieme i riformisti».
Secondo il centrosinistra, Renzi non è la persona adeguata ad assumere un nuovo ruolo all’interno del Pd. «Oggi il Partito democratico è un partito isolato» spiega D’Alema «L’unica mano tesa verso il Pd è quella di Berlusconi. Ma non credo che la mano tesa di Berlusconi corrisponda al sentimento dell’elettorato di centrodestra. Se la tendenza elettorale è quella che vedo, il Pd e Berlusconi non avranno i numeri per fare nessun governo».
Il “renzismo” sembra ormai finito ma la situazione del Paese è ancora molto grave: «Sono stati distribuiti incentivi a pioggia, che hanno prodotto solo un po’ di occupazione assistita e precaria. Sono stati versati bonus e mance, di cui ora l’Europa ci chiede il conto, imponendoci una manovra. E sono state salvate le banche con i soldi dei cittadini».
Si tornerà ai voti ma i tempi sono ancora lontani. «Servirebbe una discussione approfondita nel partito» conclude D’Alema «ed avere il tempo di votare la proposta di legge per ridurre i parlamentari e abolire la “navetta” tra Camera e Senato».
Danio Migliore
foto: Ansa