Rapporto Eures sul femminicidio in Italia: quadro ancora allarmante
“Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, piangiamo una giovane donna perugina uccisa dal marito”; così il presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, commenta il delitto avvenuto a Perugia, dove secondo prime ricostruzioni un uomo ha imbracciato il fucile da caccia e ha sparato alla moglie uccidendola.
“Questa è una vera emergenza sociale e culturale. Dobbiamo fermare questa strage delle donne uccise solo perché donne da uomini che dovrebbero garantirle relazioni civili, affettive ed umane”, ha sottolineato Marini, annunciando che “nei prossimi giorni d’intesa con altre istituzioni assumerò una iniziativa pubblica per azioni concrete utili a tutelare le donne”.
“Oggi – ha concluso la presidente della Regione – il mio pensiero doloroso va a quel piccolo bambino di appena 6 anni che si trova la mamma uccisa da chi avrebbe avuto il dovere di proteggere il piccolo e la mamma. Sono addolorata come donna e come presidente di una regione che non riesce a fermare questa odiosa strage di donne”. In merito alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, tenutasi lo scorso 25 novembre, l’Unicef Italia, basandosi sui dati censiti dall’Istat ha voluto ricordare che in Italia il 10,6% delle donne ha subito violenze sessuali prima dei 16 anni. Il 65,2% dei figli delle donne che hanno subito violenze sono stati testimoni di questi atti. Inoltre ricorda che quasi un quarto delle bambine tra i 15 e i 19 anni denuncia di aver subito violenze fisiche sin dall’età di 15 anni. Su dieci ragazze sotto i 20 anni, una è stata violentata o costretta a subire atti sessuali. La Repubblica a proposito sottolinea come nemmeno il 12% di queste donne hanno avuto la forza di denunciare. “Il nostro Paese negli ultimi anni ha compiuto passi avanti sul piano legislativo, dotandosi di nuovi strumenti normativi – la legge contro lo stalking, quella per il contrasto al femminicidio, la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e domestica, definita ‘Convenzione di Istanbul’ – ma i Centri antiviolenza, che sono poi i ‘terminali’ sul territorio del fenomeno, continuano a denunciare la cronica mancanza di fondi e di attenzione”, scrive La Repubblica.
“Il 20% dei giovani uomini italiani reputa normale che un uomo tradito diventi violento”
“La battaglia è tutt’altro che vinta”
La presidente della Camera, Laura Boldrini, però avverte: “Non dobbiamo abbassare la guardia. Mettere la crocetta sulla casella ‘azioni di contrasto alla violenza contro le donne’, come se non dovessimo più occuparcene”. La terza carica dello Stato ha ricordato un recente sondaggio “i cui risultati sono agghiaccianti” secondo il quale il 20% dei giovani uomini italiani reputa normale che un uomo tradito diventi violento, che meno della metà di tutti gli uomini in Italia si pone dalla parte delle donne mentre il 35% ritiene che la violenza di genere sia un fenomeno da regolare ‘tra le pareti di casa’. “La battaglia, dunque, è tutt’altro che vinta”.
Mattarella: “estirpare la violenza sulle donne”
“Contrastare la violenza sulle donne è un compito essenziale di ogni società che si proponga la piena tutela dei diritti fondamentali della persona. L’educazione al rispetto reciproco, nei rapporti personali e nelle relazioni sociali, è alla base del nostro vivere civile. La violenza sulle donne è un fenomeno sociale ingiustificabile che attecchisce ancora in troppe realtà, private e collettive e nessun pretesto può giustificarla”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Per il capo dello Stato “si tratta di comportamenti che vanno combattuti fermamente. Per estirparli, occorre agire sulla prevenzione, attraverso l’educazione dei giovani al rifiuto della violenza nei rapporti affettivi: amore e violenza sono tra loro incompatibili e non c’è rapporto che possa essere costruito sulle basi della sopraffazione”. Mattarella ha sottolineato che l’educazione ad una vita sentimentale caratterizzata dal rispetto per l’altro “inizia dall’infanzia e dall’adolescenza ed è soprattutto alle nuove generazioni che deve essere rivolta l’attività posta in essere dalle istituzioni e dalla società civile. La scuola e le altre attività in cui si esplica la crescita della persona devono essere in prima fila contro ogni forma di violenza, pregiudizio e discriminazione”.
“Amore e violenza sono tra loro incompatibili”
“Importante celebrare questa giornata”
“Celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne è fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica e focalizzare il problema. Per debellarlo realmente, però, è necessario promuovere con continuità iniziative e progetti che possano contrastare questo odioso fenomeno, partendo dai territori”. Lo afferma il coordinatore nazionale di Anci Giovani, Gianluca Callipo, che aggiunge: “L’attenzione va rivolta soprattutto ai più giovani, promuovendo nelle scuole e negli altri principali luoghi di aggregazione una cultura del rispetto e della parità autentica. Sembra impossibile, ma in Italia un adolescente su tre ritiene che la violenza sulle donne sia un fatto privato, che riguarda solo la coppia. Questo è un segnale estremamente preoccupante, perché rivela quanto sia radicato il problema. Contro questa deriva culturale, i Comuni devono fare la propria parte, ed è quindi con grande orgoglio che va sottolineata la mobilitazione dell’Anci, che ormai da anni è impegnata
attivamente su questo tema”.
Nuovo studio in Svizzera
I casi di delitti di violenza o droghe nel canton Vaud è diminuito negli ultimi dieci anni, è questo il bilancio di uno studio condotto dal cantone sulla delinquenza giovanile, per il quale sono stati interrogati 2’600 alunni. Secondo i ricercatori il motivo per la diminuzione si trova soprattutto nel cambiamento delle abitudini degli adolescenti, ovvero i giovani di oggi rimarrebbero più a casa e tra di loro si incontrerebbero più a casa che in una discoteca o fuori.
Secondo lo studio però non tutti i dati sono così positivi, anzi, lancia un allarme piuttosto inquietante: il numero di abusi o violenza sessuale rimane stabile o addirittura aumenta leggermente. Nello studio il 38,6% ha indicato di avere una relazione o di averne già avuta una, di questi il 5,2% dei ragazzi e il 13,3% delle ragazze ha indicato di aver subito violenza sessuale dal partner. Secondo quanto paragone 20 Minuten con uno studio precedente, effettuato dal Politecnico federale di Zurigo, la violenza sessuale dimostra “nel paragone con altre forme di violenza giovanile a lungo termine lo sviluppo più sfavorevole”.
[email protected]
Foto: ANSA